È quasi un appello, quello di Carlo Vanzini, verso il pubblico: “Piastri concede zero ai media e allo spettacolo”
Vince, convince ma non entusiasma: Oscar Piastri è l’uomo del momento in Formula 1, oltre ad essere il grande favorito per il titolo finale, eppure i media non riescono a trovare spunti del quale parlare. La sua calma, infatti, non porta nessun colpo di scena e nessuna notizia interessante: ciò, passate diverse gare, inizia ad essere un problema per un pubblico che non riesce ad entusiasmarsi di fronte alle sue vittorie.

Le parole di Carlo Vanzini
Così Vanzini ha parlato al suo canale YouTube: “Facciamo fatica a trovare dei temi. Ne parlavamo anche in riunione: esaltiamo Oscar Piastri? Sì, certo che lo esaltiamo. Siamo andati persino a cercare le sue origini in Toscana, abbiamo trovato un parente lontano che fa l’autista di ambulanza… è una storia carina, bella. Ma la verità è che lui, allo spettacolo, concede praticamente zero.
E non è un suo problema: è un nostro problema. Magari ci arriverà, magari è ancora timido, forse non si trova del tutto a suo agio. Oppure, magari, è proprio questa la sua forza: essere così.”

Poi, il paragone con Sinner: “Oggi vince un Gran Premio e la prima cosa che fa è il debriefing, non si concede troppo al contorno. Preferisce analizzare, capire, stare nel suo. In un certo senso, anche Jannik Sinner era così: all’inizio vinceva partite incredibili e sembrava che fosse la normalità. Non saltava, non esultava, non lanciava nulla per aria. Sembrava il ventesimo Slam, invece era il primo.”
“Forse questa è la caratteristica dei forti, una dote. Essere distaccati per restare lucidi. Magari è proprio quello che a Norris manca ancora: quella capacità di staccarsi, di reggere tutto, anche la pressione. E infatti, anche se è difficile raccontare uno come Piastri, possiamo farlo con i risultati. Ha vinto tutto: Formula Renault, Formula 3, Formula 2, sempre al primo colpo. L’unico a riuscirci. Russell e Leclerc hanno vinto F3 e F2, ma Piastri ha aggiunto anche la Renault.”
“Se vai a vedere con chi lottava, trovi nomi come Sargeant o altri meno altisonanti. Non era il campionato di Russell, Norris o Albon, ma va bene così. Ha lasciato l’Australia, è venuto in Europa, ha fatto un percorso durissimo. Forse il modo giusto per raccontarlo è partire dalla sua gestione. Parliamo del suo manager, Mark Webber. La sua missione è chiara: non farlo diventare un altro Webber, ma farlo diventare un Vettel.”
Conclude Vanzini: “E da un punto di vista editoriale, certo, sarebbe utile che Norris tornasse a essere il leader: è uno che accende le discussioni, che alimenta il dibattito, che ti dà materiale. Ma oggi, dopo questo 1-2 in qualifica e in gara, forse dovremmo accettare che Piastri si racconta così: con la freddezza, con la precisione, con i risultati.”
Foto: McLaren