Durante il penultimo giro del GP del Canada, Russell rallenta sotto safety car e Verstappen lo affianca: la Red Bull accusa, la Mercedes si difende. Dopo ore di analisi, la FIA decide per la non penalità. E riapre il dibattito sulla gestione delle gare.
Al giro 69 di 70 del Gran Premio del Canada, quando la gara sembrava ormai finita e tutta la griglia era accodata sotto safety car, George Russell e Max Verstappen sono stati protagonisti di un ultimo colpo di scena. Il pilota Mercedes, leader della gara e involato verso la quarta vittoria in carriera e la prima del 2025, si è aperto via radio: “Verstappen mi ha appena sorpassato sotto safety car“. Appena dietro di lui, o meglio di fianco, il campione del mondo in carica ha fatto lo stesso: “George ha frenato di colpo“.

Dal 2022 in Formula 1 non è più consentito affiancare in regime di safety car, pena l’aggiunta di secondi al tempo di gara. Essendo ben consapevole che a Verstappen mancava un punto di penalità sulla patente per saltare una gara ed essendo 26 punti dietro all’olandese (ora 19), Russell ha cercato di giocare d’astuzia, guardando negli specchietti e frenando quando ha visto Verstappen vicino a lui.
Al tempo stesso, anche inchiodare è passibile di penalizzazione: lo sa bene Lewis Hamilton, che nel 2017 ha perso la vittoria a Baku per questo motivo dopo un contatto con Sebastian Vettel in regime di safety car. Russell e Verstappen, però, non sono mai entrati in contatto.

La Red Bull, però, ha protestato contro il numero 63: guida pericolosa sotto safety car, distanza da quest’ultima e comportamento antisportivo (anche via radio) al fine di far penalizzare Verstappen. Secondo quanto spiegato dal team principal Christian Horner (che, come a Miami, ha ritardato la sua sessione media post gara più volte, nell’attesa che la FIA pubblicasse i documenti riguardanti la protesta) a Motorsport.com, Russell ha “frenato bruscamente, palesemente guardando Max nel suo specchietto, e ha lasciato una distanza troppo grande tra lui e la safety car in almeno tre occasioni”. Come recita il regolamento, la distanza massima tra la safety car e il leader della gara non deve superare una lunghezza pari a 10 macchine; regola che, stando a quanto detto da Horner, Russell ha infranto più volte.
La Mercedes si è difesa spiegando che è normale frenare periodicamente durante la safety car per mantenere le gomme e i freni in temperatura (a cosa sarebbe servito, però, dato che la gara sarebbe finita sotto safety car?) e che il pilota alle spalle deve essere consapevole di questo. Il momento incriminato, secondo Russell, è arrivato perché si è avvicinato troppo alla safety car: dal suo onboard, si vede come il pilota Mercedes indichi a Bernd Maylander di accelerare.
Quanto allo sguardo nello specchietto, Russell ha spiegato che è stato fatto solo per assicurarsi che Verstappen fosse abbastanza lontano da lui, in modo da evitare una potenziale collisione. Il team radio, poi, ha solo descritto gli eventi in maniera fattuale, senza cercare di portare a un’investigazione. Come la Red Bull, anche la Mercedes ha portato dati della telemetria, interamente focalizzati su Verstappen al fine di mostrare come anche l’olandese avesse frenato altrettanto bruscamente nello stesso rettilineo e in altre parti del giro.
Alla fine di un incontro durato 45 minuti, la FIA ha condiviso appieno l’opinione della Mercedes e di Russell, sostenendo che è pratica comune frenare periodicamente in regime di safety car, aggiungendo che il controllo gara permette un minimo di flessibilità per quanto riguarda la regola sulla distanza di 10 vetture e constatando che il team radio del pilota britannico riportava semplicemente la realtà dei fatti senza nessun intento antisportivo.
Gli esiti, che hanno confermato ufficialmente la vittoria di George Russell, sono però stati pubblicati dopo oltre 5 ore, dimostrando quanto il processo decisionale della FIA sia ancora inadeguato: in un campionato dove ogni millisecondo conta e nonostante l’uso di diverse tecnologie avanzate, la conferma è arrivata quando ormai il paddock era vuoto. Urge ancora tanto lavoro da parte della direzione gara.
Foto: Mercedes-AMG PETRONAS su X, F1.com.