In Canada, la Ferrari e Charles Leclerc hanno scelto una strategia a due soste, ma i dati rivelano che una sola sarebbe potuta bastare (e forse fare la differenza). Cosa è andato storto, dunque?
Il Gran Premio del Canada si è rivelato un banco di prova complesso per Charles Leclerc e la Ferrari, dove la strategia di gara ha avuto un ruolo decisivo. Tra scelte di mescole, pitstop e momenti decisivi di confronto con avversari come Lando Norris, il weekend ha mostrato tutte le difficoltà di una Ferrari incapace di massimizzare il proprio potenziale, lasciando spazio a un’amara riflessione su ciò che avrebbe potuto essere e, invece, non è stato.
La strategia di gara di Leclerc nasce già al sabato, quando il monegasco è costretto ad abortire il suo ultimo giro lanciato in qualifica (che lo aveva visto segnare il miglior parziale nel primo settore) per un errore in parte causato dal traffico di Isack Hadjar davanti a lui. Scattando ottavo in griglia, quindi, il numero 16 sceglie di partire con le gomme dure, così come il suo “compagno di fila” Norris in settima posizione, con l’obiettivo comune di riscattare una qualifica deludente.

Dopo qualche minuto di apprendimento, al giro 9 Leclerc (ancora ottavo) aumenta il ritmo, mentre tutti attorno a lui sono su gomme morbide. Al giro 10 ecco il primo messaggio chiave via radio: nessuna gestione gomme, ma tanta fatica. In questa decina di giri tutti i piloti di testa, esclusi il numero 16 e le due McLaren di Piastri e Norris, rientrano ai box per la prima sosta: Leclerc si trova così terzo e con in mano un importante jolly da giocarsi per risalire posizioni. Il suo ritmo migliora e arriva sui tempi di Norris, che nel frattempo inizia ad avvertire graining ma viene rassicurato dal suo muretto: la situazione è gestibile.
Il distacco tra lui e Leclerc passa da 3 secondi a 2.5, mentre iniziano le comunicazioni via radio in casa Ferrari per decidere la strategia: il muretto è fermo sul piano B (ossia due soste), mentre il monegasco vorrebbe passare al piano C (una sosta). Si tratta di un momento cruciale per capire se e quanto allungare lo stint con le gomme dure, che le previsioni Pirelli stimano possano durare una quarantina di giri.

Al giro 27, il leader (virtuale) della gara George Russell si prende il secondo posto (reale) di Leclerc; Verstappen cerca presto di imitarlo ma senza successo, con il ferrarista che si tiene stretto il terzo posto senza troppi problemi. Dopo soli due giri, però, arriva la chiamata ai box per montare un secondo set di gomme dure: Leclerc non comprende la decisione, per l’ottimo ritmo mostrato e perché da regolamento sarà costretto ad effettuare un’altra sosta obbligatoria per smarcare la gomma media (o soft).
Al giro 30, anche Norris rientra ai box, ma per montare gomme medie: se volesse, dunque, il pilota McLaren potrebbe terminare la gara senza ulteriori soste. La scelta sembra pagare: Norris vola nel secondo stint e si porta sotto ai quattro piloti di testa, mentre Leclerc arranca su gomma dura.
Al giro 47, però, Norris viene chiamato nuovamente ai box per un secondo set di hard e Leclerc (che sta girando sui tempi di Russell) prende la testa della gara, ma solo virtualmente: il secondo pitstop lo riporterebbe al sesto posto e così succede al giro 54, quando la vettura numero 16 passa alla mescola media.

Al giro 59, poi, Esteban Ocon e Carlos Sainz rientrano ai box per il loro primo e unico pitstop di giornata, passando da hard a medium e dimostrando che la strategia a una sosta era fattibile. Nel finale, i primi 5 (tra cui Norris) sono racchiusi in poco più di 5 secondi, mentre Leclerc si mangia le mani a 13 secondi dal quinto posto occupato dalla McLaren numero 4.
Il ritiro di Norris nel finale eleva il monegasco in top 5, ma i 10 punti conquistati sono solamente una magra consolazione per un weekend che non si è mai messo per il verso giusto, a partire dal crash nelle FP1 di venerdì mattina che lo ha costretto a saltare il resto della giornata.
I dati sulle strategie dei 20 piloti in gara mostrano come Leclerc e Stroll (che ha concluso in 17esima posizione) siano stati gli unici due piloti ad optare per una strategia hard-hard-medium che, conti alla mano, non ha pagato come la hard-medium-hard di Norris. Il Gran Premio del Canada si è così rivelata un’altra gara sprecata dalla Ferrari e da Leclerc, tornati in aeroporto per l’ennesima volta in questa stagione con l’amaro in bocca per quello che poteva essere ma non è stato.
Foto: Scuderia Ferrari Multimedia