F1

6 cose che abbiamo imparato dal GP del Canada

6 cose che abbiamo imparato dal GP del Canada

Dal ritorno del miglior Russell ai limiti della Red Bull senza Verstappen: ecco cosa ci ha insegnato il GP del Canada.

Il dominio di Russell deve spaventare i rivali

6 cose che abbiamo imparato dal GP del Canada
6 cose che abbiamo imparato dal GP del Canada

Lo avevamo visto in occasione della sua prima vittoria in Brasile nel 2022, poi nuovamente a Las Vegas nel 2024 e ancora ieri: quando George Russell parte davanti, esclusi problemi fuori dal suo controllo, non c’è avversario che tenga. Più passano gli anni, inoltre, e più gli errori diminuiscono: gli incidenti che gli avevano fatto perdere podi in Canada o a Singapore un paio di anni fa ora non succedono più.

L’addio di Lewis Hamilton a fine 2024 lo ha “costretto” a diventare team leader, ma Russell si è assunto questa responsabilità e sta onorando al meglio il proprio compito. Con una vettura da mondiale, il numero 63 può essere un filo da torcere per chiunque.

Senza Verstappen, la Red Bull è persa

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Se cancellassimo i punti fatti da Max Verstappen e raddoppiassimo quelli del secondo pilota (Liam Lawson prima, Yuki Tsunoda poi), la Red Bull sarebbe penultima in classifica costruttori con 14 punti. Più passano le gare e più diventa lampante quanto il lavoro che il campione del mondo in carica sta portando avanti da ormai dodici mesi sia qualcosa di eccezionale e difficilmente replicabile.

Anche nel primo weekend con la stessa macchina del compagno, infatti, Tsunoda non è riuscito né ad entrare in Q3 (girando mezzo secondo più lento di Verstappen) né ad andare a punti, senza riuscire a passare Esteban Ocon e Carlos Sainz che erano sulla sua stessa strategia.

Antonelli non è un 18enne come gli altri

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Dimostrare più anni di quelli che si ha non è sempre un segno positivo, ma in questo caso evidenzia quanto la stagione di Kimi Antonelli in Mercedes sia tutt’altro che una da rookie. Il classe 2006 di Bologna si è conquistato con forza il suo primo podio in Formula 1, approfittando di quella che, a tutti gli effetti, era la macchina più veloce a Montreal, ma mostrando una maturità e una freddezza fuori dal comune nel sorpassare Oscar Piastri al primo giro e nel tenere dietro entrambe le McLaren nelle fasi finali.

Dopo solo 10 gare in carriera, il talentino italiano ha già un podio a suo nome ed è diventato il terzo pilota più giovane di sempre a chiudere una gara in top 3, dietro a Verstappen e Stroll. Il futuro è roseo.

La distanza tra Norris e il mondiale è il corpo a corpo

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Che Lando Norris sia sempre stato costante nelle prestazioni è risaputo dal 2019, anno del suo debutto nella massima serie. Che sia velocissimo in qualifica (al netto di qualche errore) è altrettanto noto. Tuttavia, in Canada il pilota McLaren ha mostrato ancora una volta i propri limiti nei duelli corpo a corpo, che lo hanno portato a tamponare il compagno Piastri e a perdere 10 punti preziosi in ottica mondiale.

Questo fattore può rivelarsi decisivo per il titolo: Norris era già uscito con le ossa rotte da svariati duelli con Verstappen nella scorsa stagione (vedi Austria e Austin), mentre Piastri ha sempre mostrato sangue freddo contro i propri rivali, ad esempio nelle mosse su Hamilton in Australia o a Jeddah che gli sono valse il premio di “sorpasso del mese” di marzo e aprile.

La “nuova” Aston Martin è la migliore delle altre (e Alonso ci sta prendendo gusto)

6 cose che abbiamo imparato dal GP del Canada

Dopo uno dei suoi peggiori inizi di stagione di sempre, con zero punti nelle prime 8 gare, Fernando Alonso è andato a punti per il secondo weekend consecutivo. Il pacchetto di aggiornamenti introdotto a Imola ha subito iniziato ad essere efficace anche in qualifica, dove l’asturiano ha conquistato 3 partenze tra i primi 6 nelle ultime 4 gare.

Grazie alle migliorie, in Canada l’Aston Martin si è consacrata come quinta forza del campionato, la migliore dietro le “big 4”, andando anche oltre le preoccupazioni che il Circuit Gilles Villeneuve potesse evidenziare la scarsa efficienza aerodinamica della AMR25. Tutto questo si riflette anche fuori dalla pista: Alonso è tornato a sorridere nelle interviste e non vede l’ora di mettere le mani sulla vettura 2026, la prima creazione di Newey di cui potrà finalmente usufruire in carriera.

La gestione gomme di Ocon non può più passare inosservata

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A differenza di Leclerc e della Ferrari, Ocon e Sainz sono riusciti ad arrivare in zona punti con una sola sosta, partendo rispettivamente 14esimo e 16esimo. Il pilota Haas, in particolare, è stato protagonista dell’ennesima ottima prestazione in quanto a gestione gomme, anche se (come spesso accade) è passato sotto traccia. Portogallo 2020, Turchia 2021, Jeddah 2025 e ora Canada: il francese si conferma uno dei migliori piloti in griglia in questo ambito ed è ora che la sua abilità venga riconosciuta.

Foto: Mercedes-AMG PETRONAS F1 Team , Oracle Red Bull Racing su X, McLaren, Aston Martin F1, Haas F1 Team

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