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F1, il regolamento del 2026 spiegato da Tim Goss: “La power unit ed il telaio saranno molto più interconnessi”

MELBOURNE, AUSTRALIA - MARCH 15: Yuki Tsunoda of Japan driving the (22) Visa Cash App Racing Bulls VCARB 02 on track during final practice ahead of the F1 Grand Prix of Australia at Albert Park Grand Prix Circuit on March 15, 2025 in Melbourne, Australia. (Photo by Rudy Carezzevoli/Getty Images) // VCARB / Red Bull Content Pool // SI202503150247 // Usage for editorial use only //

Lo Chief Technical Officer Racing Bulls Tim Goss ha spiegato nel dettaglio il regolamento che entrerà in vigore l’anno prossimo.

Il 2026 è alle porte e con se il nuovo regolamento, che ha già tanto fatto discutere negli ultimi mesi. La Formula 1 è pronta a sbarcare in una nuova era che, per adesso, non ha dato nessuna certezza ai vari team. Secondo le prime indiscrezioni Mercedes sarebbe avanti alla concorrenza nella produzione della PU ma ogni voce va presa con le pinze. Nel frattempo Tim Goss, Chief Technical Officer Racing Bulls, ha rilasciato un’interessante intervista spiegando nel dettaglio il nuovo regolamento.

F1, il regolamento del 2026 spiegato da Tim Goss: "La power unit ed il telaio saranno molto più interconnessi"
F1, il regolamento del 2026 spiegato da Tim Goss: “La power unit ed il telaio saranno molto più interconnessi”

Queste le sue parole: “La power unit e il telaio saranno molto più interconnessi di quanto lo sono ora, perché le prestazioni della macchina influenzeranno il modo in cui gestisci l’energia. Per metterla in termini semplici, più l’auto avrà aderenza e andrà veloce in curva, meno potrà recuperare energia. Maggiore sarà la percorrenza in curva, minore sarà il tempo trascorso in frenata per ricaricare la batteria e quindi avrai meno energia da poter sfruttare. Dovresti trovare un’alternativa per recuperare energia e un modo per farlo sarebbe in fondo al rettilineo, con il pilota che alzerebbe il piede. Ci vuole equilibrio tra le prestazioni del motore e quelle aerodinamiche”.

Goss ha, poi, aggiunto: “Direi che si può suddividere il concetto in tre diverse aree. Prima di tutto devi decidere l’architettura di base, dove metterai le ruote anteriori e posteriori, oltre che la distribuzione dei pesi. Poi devi pensare alla dinamica del veicolo, che si può ridurre essenzialmente alle sospensioni. Si tratta di stabilire le condizioni in cui la macchina dovrà lavorare, in particolare in termini di altezze da terra al posteriore.

Infine c’è l’aerodinamica, bisogna decidere quali strutture dei flussi vuoi provare a realizzare. Dipende da come intendi gestire le perdite di energia nei flussi man mano che scorrono dall’anteriore fino al retrotreno. È molto facile intraprendere una direzione di sviluppo con la quale generi tanto carico aerodinamico all’anteriore, ma con i flussi al posteriore che poi non sono particolarmente puliti e non riesci e estrarre il massimo al retrotreno”. 

BAHRAIN, BAHRAIN – FEBRUARY 28: Isack Hadjar of France driving the (6) Visa Cash App Racing Bulls VCARB 02 during day three of F1 Testing at Bahrain International Circuit on February 28, 2025 in Bahrain, Bahrain. (Photo by Clive Mason/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202502280470 // Usage for editorial use only //

Sull’aerodinamica attiva ha, poi, aggiunto: “Ci saranno due modalità aerodinamiche, una per il rettilineo e una per le curve. L’efficienza tra le due potrebbe essere diversa. In curva vuoi quanto più carico possibile, perché tanto sai che te ne libererai in rettilineo, mentre sul dritto vuoi il contrario. Gli obiettivi di efficienza che ti poni per le due modalità possono cambiare.

Ci siamo concentrati soprattutto sul capire l’aerodinamica e quali strumenti abbiamo per controllarla. Ad esempio, le paratie dell’ala anteriore sono rigidamente prescritte, non abbiamo più la stessa libertà dei regolamenti precedenti, con cui potevamo spingere le turbolenze verso l’esterno. Le prossime ali anteriori faranno esattamente l’opposto. Vogliamo capire come l’aerodinamica si comporti, per poi intraprendere una direzione di sviluppo. Credo che nei test del 2026 vedremo auto molto diverse e tutti andranno a guardare chi sarà più veloce. Speriamo di essere noi!”.

E, infine, una dichiarazione sulla scelta della FIA di virare su questo regolamento: “Per come sono scritti i regolamenti, la FIA ha cercato di non danneggiare troppo l’aerodinamica di chi insegue. Per questo le superfici aerodinamiche sono rigidamente prescritte. La Federazione vuole contenere la scia e le perdite che si generano dalla macchina, mentre le squadre, alla ricerca della massima prestazione, vogliono allontanare le turbolenze dall’auto. Sono interessi contrapposti.

Le squadre erano scettiche all’inizio, ma poi hanno riconosciuto che le nuove regole hanno funzionato. Lo si è visto dalle misurazioni aerodinamiche con i tubi di pitot montati sul muso. Quando insegui qualcuno e ti trovi in aria sporca, il tubo registra una velocità del flusso inferiore a quella dell’auto. Era evidente che i nuovi regolamenti avessero migliorato questo aspetto, ma con il passare degli anni il progressivo sviluppo ha eroso questi progressi, senza però assolutamente tornare ai livelli del 2021”.

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