Presentata la Ferrari Amalfi, nuova berlinetta della Scuderia di Maranello che si pone come erede della simile Ferrari Roma
Come vi avevamo anticipato nel mese di marzo, la Ferrari aveva registrato il marchio Ferrari Amalfi, netto indicatore di un futuro progetto che nella serata di ieri si è concretizzato. La scuderia di Maranello ha voluto portare avanti la ormai tradizione di nominare le sue supercar come delle località della penisola italiana, omaggiando usta volta la costiera amalfitana e creando un nuovo prototipo di vettura che andrà a prendere le veci della già elegante Ferrari Roma, estremizzandone concetto e specifiche.
L’estrema eleganza della Ferrari Roma è chiaramente ripresa nella Amalfi: le due vetture si assomigliano molto esteticamente, nonostante una linea più spigolosa che viene mostrata dalla new-entry ma la vera differenza sta nelle specifiche sviluppate sotto alla carrozzeria.
L’eleganza non toglie prestazione
Viene confermata la scelta del motore V8 biturbo, la cui potenza erogata viene però aumentata di 20 cv: dai 620 della Roma ai 640 CV a 7500 giri/min della Amalfi, al netto di 760 Nm di coppia. La cilindrata del motore è di 3855 cm³, mentre il rapporto peso-potenza è di 2,29 kg/CV. Il cambio in dotazione è a 8 marce ed è quello già precedentemente usato nella SF90 Stradale, salvo essere stato perfezionato per adattarsi alle caratteristiche della Amalfi.
La Amalfi percorre dagli 0 ai 100 km/h in soli 3,3 secondi, mentre raggiunge i 200 in soli 9, per poi tornare alla condizione iniziale nell’arco di soli 119,5 metri. Il sound che accompagna queste prestazioni non tradisce, come al solito in casa Ferrari. Le dimensioni di questa vettura invece sono poco più di 4 metri emmezzo in lunghezza per poco meno di due metri di altezza, al netto di 1470 kg a secco.
Ritornano i comandi “al volante” per la Ferrari Amalfi, opzione tanto amata dagli appassionati dal più famoso cavallino romagnolo, che torna alla tradizione. La nuova supercar all’insegna dell’Italia costerà 240 mila euro come prezzo base, di più rispetto ai 200 mila della precedente Roma.
Insomma, non un’innovazione vera e propria a Maranello, dove gli ingegneri non hanno voluto osare nello sviluppo di una specifica rivoluzionaria, ma piuttosto confermare e migliorare la precedente Roma, versione già ampiamente definita come un successo nei suoi 6 anni di vita.
Foto: Ferrari