BYD Tesla batteria migliore

Hanno smontato la batteria di Tesla e BYD per vedere quale fosse la migliore: il risultato

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Scritto da Francesca Testa

30 Luglio 2025

Tesla e BYD ormai sono spesso in contrapposizione, e l’ultimo esperimento lo ha dimostrato ancora: quale marchio ha la batteria migliore.

Tesla e BYD, all’interno del mercato attuale dell’automobile, sono in costante contrapposizione fra loro. I due leader del mercato delle automobili elettriche stanno raggiungendo risultati commerciali negli ultimi anni che non hanno niente a che vedere con quelli di altri brand europei, statunitensi e orientali che siano.

Queste due società sono sicuramente le più avanzate, per un motivo o per un altro, allo stato attuale delle cose. Attenzione, però, perché non significa che sposino entrambe la stessa filosofia di sviluppo.

Le differenze fra i due marchi ci sono, e sono tante, come dimostrato da un’interessante ricerca che ha svelato ben più di una grande verità sulle differenze fra la batteria elettrica di una BYD e quella di una Tesla: scopriamo, allora, quali sono queste differenze e che risultato finale è stato generato.

Tesla e BYD in contrapposizione: differenze fra batterie

L’Università RWTH di Aquisgrana in Germania, condotta dall’Istituto per la tecnologia di produzione di componenti per la mobilità elettrica, ha analizzato le batterie Tesla 4680 e BYD Blade. Il brand statunitense si affida a 4.680 celle cilindriche, capaci di privilegiare la densità energetica per massimizzare autonomia e prestazioni. Le batterie raggiungono un’energia specifica di 241 Wh/kg e 643 Wh/l, superando nettamente le batterie Blade dal punto di vista delle prestazioni.

Questo perché le ultime adottano un’architettura prismatica LFP da 160 Wh/kg e 355 Wh/l. Ciò porta Tesla a offrire batterie più leggere e compatte a parità di energia. Questo, però, spinge il marchio americano a cifre estreme: la batteria arriva a costare 10 dollari per kWh in più in fase di produzione rispetto a quella di BYD. Il materiale usato dal colosso cinese, l’LFP, costa di meno, è termicamente più stabile e più sicuro contro incendi o fughe termiche. Riguardo alle analisi effettuate dai ricercatori, entrambe le batterie mostrano assenza di silicio negli anodi, il che sorprende perché si tratta di un materiale fondamentale per la ricerca sull’aumento della capacità energetica.

Dal punto di vista della gestione termica, comunque, la cella di Tesla ha mostrato una maggiore resistenza interna e conseguente superiore generazione di calore durante la ricarica rapida, il che rende più difficile il raffreddamento in condizioni critiche. Quanto realizzato da BYD, invece, riesce a mantenere una temperatura più stabile, grazie alla composizione chimica e al design prismatico, il che come abbiamo precisato nelle righe precedenti è un punto a favore lato affidabilità e sicurezza.

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