La Formula 1 è andata in vacanza, Lewis Hamilton è sicuramente uno di quei piloti che l’aspettava con ansia.
“Questa è la mia peggiore prima parte di stagione in carriera”. Lapidario, così Lewis Hamilton al termine del Gran Premio d’Ungheria, l’ultimo prima della pausa estiva, che lo ha visto partire e chiudere al dodicesimo posto senza acuti e possibilità di entrare in zona punti. Una prima parte di stagione molto complicata per il sette volte campione del mondo che, a parte i due acuti nelle Sprint di Shanghai e Miami, ha sempre patito il confronto con Leclerc rimediando un distacco di 42 punti in classifica.
Ma non è proprio la classifica a pesare l’avventura del britannico in Ferrari, quanto il costante ritardo pagato nei confronti del compagno di squadra sia in qualifica che in gara, salvo sporadiche eccezioni come Silverstone. Le sue dichiarazioni al termine delle qualifiche (“forse la Ferrari deve cambiare pilota”) sono rimbalzate sulle prime pagine di tutto il mondo portando ad un terremoto mediatico all’interno di un ambiente già difficile come quello della Scuderia di Maranello.
A prendere le difese del pilota inglese ci ha pensato il suo ex team principal, Toto Wolff, che ha parlato in questo modo del periodo buio di Hamilton: “Quello che ha pensato dopo le qualifiche era molto crudo, ha dubitato di se stesso. Lo ha fatto anche in passato, quando sentiva di aver deluso le aspettative e la squadra aveva il suo obiettivo. Fin da ragazzino è sempre stato molto emotivo. Quindi si abbatte ma lui è il GOAT, lo sarà sempre e nessuno potrà negarlo”.