Un’introduzione che sarebbe stata destinata a cambiare la circolazione dei veicoli e non soltanto. Ecco dove avvenne la grande rivoluzione
Le funzionalità dei semafori sono indispensabili nell’ambito della regolazione del traffico, al fine di assicurare il più alto grado di sicurezza non soltanto agli automobilisti, ma anche a ciclisti e pedoni.
Questi dispositivi luminosi si situano generalmente in corrispondenza di precisi punti della strada che tendono ad essere trafficati in modo ricorrente, come incroci stradali, cantieri, passaggi pedonali, intersezioni con piste ciclabili o uscite da aree di parcheggio.
La segnaletica luminosa ha la funzione di imporre a ciascun fruitore della strada di fermarsi immediatamente, dare inizio alla manovra di arresto o procedere liberamente, quest’ultimo comando esclusivamente in caso di luce verde.
Ma vi siete mai immaginati come fossero le strade prima che i semafori facessero il loro esordio? A gestire il traffico, a seguito dell’entrata in circolazione delle prime autovetture, erano agenti preposti in carne ed ossa, che utilizzavano le proprie mani o appositi cartelli.
La storia sarebbe drasticamente mutata
Ma questo scenario sarebbe stato destinato a cambiare a partire da una specifica data, ormai riconducibile a oltre un secolo fa. Era il 5 Agosto del 1914 quando il primo semaforo elettrico venne installato su strada, come mai non era avvenuto prima di allora. Ci troviamo a Cleveland, nello Stato dell’Ohio, USA, più precisamente nell’incrocio ad angolo che intercorre tra la Euclid Avenue e la East 105, dove esattamente 111 anni fa questo particolare dispositivo fece ufficialmente la sua comparsa, con produttori e cittadini, di fatto, ignari dell’importanza che lo stesso avrebbe ricoperto nei decenni a venire.
Il primo semaforo della storia era dotato soltanto di due colori, il rosso e il verde, e il suo azionamento poteva avvenire esclusivamente manualmente. A dirla tutta, però, il primissimo esempio nel corso della storia di prototipo, che quantomeno potesse somigliare ai semafori in uso oggigiorno, venne presentato a Nottingham, nel Regno Unito, nel 1868, mostrandosi come uno strumento analogo a quelli già impiegati sulle ferrovie, in grado di alternare luci verdi e rosse. Ma allora perché si riconduce all’esempio di Cleveland il capostipite degli organizzatori del traffico? Perché l’antenato inglese si rivelò un esperimento fallimentare, conclusosi con l’esplosione del sistema stesso.
Quando la novità raggiunse il Vecchio Continente?
Se, dunque, nel 1914 in Ohio si assistette all’introduzione del primo contante due luci, sei anni più tardi a Detroit, in Michigan, fece la sua comparsa anche la luce gialla e infine nel 1923 si assistette al brevetto del sistema a tre fasi, più o meno come lo conosciamo oggi, grazie a Garret Morgan, quanto si dovette aspettare prima di vedere il primo semaforo anche in Europa? Dovettero trascorrere “solo” 8 anni dall’installazione del primo al mondo, quando a Parigi il sistema semaforico cominciò la sua diffusione, che poi portò gli stessi dispositivi a toccare anche Berlino, Londra e l’Italia.
Più precisamente a Milano, dove nel 1925 l’incrocio compreso tra Piazza Duomo, Via Orefici e Via Torino risultò per la prima volta assoluta governato da un semaforo elettrico. I dispositivi sino ad ora introdotti, però, facevano riferimento esclusivo alla circolazione di autoveicoli e motoveicoli, costringendo i pedoni a dover attendere il momento opportuno, senza che vi fosse regolazione alcuna circa la loro marcia. Chi fruiva delle strade in città a piedi avrebbe infatti dovuto attendere fino al 1961, quando a Berlino Est, nell’allora Repubblica Democratica Tedesca, venne posizionato su strada il primo impianto dedicato ai pedoni. Lo scrive Moveo by Telepass.