Nel corso della vita di un automobilista, l’incontro con un posto di controllo della Guardia di Finanza è un evento quasi inevitabile.
Ma cosa cercano realmente le Fiamme Gialle durante questi controlli? Quali sono i limiti dei loro poteri, e in quali casi possono procedere a una multa o addirittura a una perquisizione del veicolo? In questo articolo analizziamo in dettaglio le modalità operative della Guardia di Finanza nel controllo dei veicoli, distinguendo tra i diversi tipi di fermo e illustrando i documenti e le situazioni che possono far scattare verifiche più approfondite.
È fondamentale comprendere la distinzione tra posto di controllo e posto di blocco, termini spesso usati in modo intercambiabile ma che indicano procedure diverse. Il posto di controllo è una verifica di routine durante la quale gli agenti possono fermare gli automobilisti in modo casuale o in base a criteri specifici, come il tipo di veicolo guidato. Questa operazione, generalmente, non impedisce il flusso regolare del traffico, occupando solo una corsia stradale, e vede la presenza di due o tre agenti, almeno uno dei quali armato.
Il posto di blocco o checkpoint, invece, implica il fermo obbligatorio di tutti i veicoli lungo l’intera carreggiata. Qui le forze dell’ordine, tra cui la Guardia di Finanza, effettuano controlli più mirati sulle persone e sulle merci trasportate, anche in relazione a normative fiscali, igienico-sanitarie o migratorie. L’uso di birilli o barriere serve a rallentare e fermare i veicoli in modo sistematico.
La Guardia di Finanza è autorizzata a richiedere l’esibizione dei documenti di guida e del veicolo, e può ordinare all’automobilista di scendere e consentire l’ispezione del mezzo. In casi particolari, può anche procedere a una perquisizione, secondo quanto previsto dalla normativa vigente.
Cosa controlla la Guardia di Finanza durante i controlli sulle auto
I controlli della Guardia di Finanza non si limitano alla verifica di patente e libretto di circolazione, ma possono estendersi a una serie di documenti obbligatori e al controllo fisico del veicolo. In particolare, l’automobilista deve essere in grado di esibire:
- La patente di guida: la guida senza patente comporta sanzioni pecuniarie e obbligo di presentazione entro 24 ore presso un comando di Polizia o Guardia di Finanza.
- Il libretto di circolazione, che attesta le caratteristiche tecniche del veicolo.
- Il certificato di assicurazione: dal 2015 non è più obbligatorio esporre il tagliando sul parabrezza, ma deve sempre essere presente a bordo per eventuali controlli.
- La ricevuta del controllo dei gas di scarico (bollino blu o verde).
- La ricevuta della revisione obbligatoria, il cui mancato possesso può comportare multe salate, fermo amministrativo e, in caso di recidiva, anche la confisca del veicolo.
Oltre alla documentazione, la Guardia di Finanza può richiedere l’apertura del bagagliaio e di altri spazi chiusi, come il portaoggetti. L’ispezione può riguardare il contenuto del veicolo che, se ritenuto sospetto, può portare a contestazioni per possesso di oggetti vietati o non giustificati. Ad esempio, sono stati segnalati casi di multe elevate per il trasporto di oggetti come forchettoni da grigliata o mazze da baseball, considerati armi improprie se non giustificati da un motivo valido.
Gli attrezzi da lavoro come cacciaviti o coltelli possono essere trasportati, ma solo se strettamente necessari per l’attività professionale e limitatamente al percorso casa-lavoro. Portarli in vacanza, ad esempio, può comportare sanzioni.
La Guardia di Finanza può inoltre elevare multe per infrazioni più comuni rilevate durante il controllo, come la mancata cintura di sicurezza, seggiolini non omologati per bambini, pneumatici non idonei al periodo stagionale o l’assenza di dispositivi obbligatori quali il triangolo di emergenza e il giubbino catarifrangente.
L’ispezione effettuata dalla Guardia di Finanza durante un controllo stradale è legittima e non necessita di preventiva autorizzazione giudiziaria. Si tratta di un controllo previsto dal Codice della strada e non di una perquisizione ai sensi del Codice penale. Pertanto, se richiesto, il conducente è obbligato a collaborare, mostrando gli spazi del veicolo indicati dagli agenti.
La Corte di Cassazione ha più volte riconosciuto la legittimità di questi controlli a scopo preventivo e repressivo. L’unico limite è rappresentato dalla valigia o altri bagagli personali, il cui controllo senza mandato è vietato.
In caso di resistenza a pubblico ufficiale, il conducente può incorrere in responsabilità penali, per cui è sempre consigliabile la collaborazione. È altresì diritto dell’automobilista chiedere se gli agenti stanno cercando qualcosa di specifico.
Le multe elevate dalla Guardia di Finanza sono pienamente valide e hanno la stessa efficacia di quelle emesse da altre forze dell’ordine come Polizia o Carabinieri. Le sanzioni possono riguardare violazioni del Codice della strada, ma anche accertamenti fiscali ed economici.
Controlli fiscali sulle auto di lusso
Un’attività peculiare della Guardia di Finanza riguarda il controllo fiscale sulle auto di lusso. In collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, le Fiamme Gialle verificano che il possesso di veicoli costosi sia coerente con il reddito dichiarato dal contribuente.
Questo tipo di controllo può avvenire sia tramite richieste formali da parte dell’Agenzia delle Entrate, sia in maniera “casuale” durante i posti di blocco. Se emerge una sproporzione significativa tra reddito dichiarato e valore del veicolo, può scattare un accertamento fiscale che comporta sanzioni e recupero di imposte non versate.
Le auto che più frequentemente attirano l’attenzione delle Fiamme Gialle sono modelli di brand come Maserati, Ferrari, Audi e Mercedes. Anche il possesso o il noleggio di questi mezzi può essere oggetto di verifiche approfondite.