ESCLUSIVO – Ferrari e il caso Hamilton: opinioni a confronto degli esperti del settore

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Scritto da Matteo Poletti

10 Settembre 2025

Dall’entusiasmo per il suo arrivo a Maranello alla delusione attuale: Hamilton in Ferrari fatica a incidere e divide il paddock. Abbiamo raccolto le opinioni del mondo della Formula 1 per capire cosa stia accadendo davvero e cosa riserva il futuro per Lewis.

Il passaggio di Lewis Hamilton alla Ferrari era stato annunciato come il colpo del secolo. Il pilota più vincente della storia che firma con la squadra più vincente della storia per inseguire il sogno iridato comune, riprendersi il titolo che gli è stato sottratto nel 2021 e riportare Maranello al vertice dopo 17 anni. Eppure, passata ampiamente la metà della stagione, la realtà dei fatti è ben diversa. Le prestazioni del britannico sono state oggetto di dibattito acceso, tra delusioni in pista, difficoltà tecniche e atteggiamenti che hanno fatto discutere.

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Abbiamo raccolto le opinioni di tre voci molto seguite e rispettate nel panorama della Formula 1: Mario Donnini, scrittore e giornalista di Autosprint, la community Motori Dimenticati e Mattia De Filippi, conosciuto sui social come Deffo F1.

Mario Donnini: “Ferrari ha bisogno di un altro pilota, non di un vittimismo da piangina”

Il giudizio di Mario Donnini è netto: secondo il giornalista di Autosprint, quella che Hamilton sta vivendo non è soltanto una stagione storta, ma la più grave crisi, personale e di performance, della sua carriera. “La serie negativa dura da inizio stagione, fatto salvo il quasi inspiegabile ma non rilevante successo nella sprint race in Cina. Tutto il resto va considerato un crollo. Ferrari investe 50 milioni di dollari l’anno e si ritrova con un pilota che prende praticamente 14 a 5 in prova e 13 a 4 in gara. A 40 anni è un doppio segnale particolarmente preoccupante”.

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Donnini mette in evidenza come il confronto con Charles Leclerc sia impietoso e come lo stesso Hamilton sembri entrato in un circolo vizioso di errori e sfoghi poco dignitosi. “La crisi di Hamilton è totale, di prestazione e anche di reazione. Non ha niente a che vedere con la crisi Ferrari, perché se Leclerc riesce a performare meglio vuol dire che c’è qualcosa che non va. E oltretutto, ricordiamo che due anni su tre è stato battuto da Russell in Mercedes. La sceneggiata con i guanti davanti al casco è stata una specie di vergognarsi di ciò che era accaduto, come fanno i bambini quando le cose non vanno bene. Ferrari ha bisogno di un altro pilota, non di un vittimismo da piangina.

Nonostante la durezza del giudizio, Donnini lascia aperta una possibilità di riscatto: Senza dubbio è la più grande crisi di prestazione, di reazione e anche mediatica di Hamilton. Ma lui ha la forza, la classe e la possibilità di rispondere. Se anche fosse un tramonto, spero possa avere un tramonto migliore di questo”.

Motori Dimenticati: “Era prevedibile, Hamilton si demoralizza senza una macchina vincente”

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La lettura di Motori Dimenticati, altrettanto severa, lascia capire che la débacle di Hamilton si poteva prevedere, andando oltre all’hype cieco dell’inverno scorso. “Nei video pre-stagionali di quest’anno, nelle live e parlando con chi ci chiedeva le previsioni, ripetevamo sempre che Hamilton, se ha una macchina competitiva, si esalta, ma se la macchina si rivela poco performante, si va a demoralizzare sempre di più finché diventa quasi la vittima, sia in pista sia nelle dichiarazioni. Questo è essenzialmente ciò che è avvenuto e che ci aspettavamo”.

L’analisi prosegue con un paragone con altri veterani come Fernando Alonso. “Dire che la stagione di Hamilton fin qui è insufficiente è un’affermazione ovvia, soprattutto per quanto riguarda il blasone che si porta dietro e quello che si pensava potesse dare subito alla Ferrari, perché è un pilota che dovrebbe essere tra i più esperti della griglia. Se vediamo il confronto con Alonso, rispetto al mezzo che ha a disposizione lo spagnolo, viene da chiedersi se i due abbiano veramente lo stesso obiettivo. Perciò è chiaro che Hamilton abbia deluso fino a questo momento”.

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La partita, però, non è già chiusa, nella speranza che una Ferrari più competitiva possa regalare ai tifosi un Hamilton meno frustrato e più incisivo. “Nulla è perduto definitivamente. La stagione della Ferrari è andata allo scatafascio e già si sapeva in partenza che non sarebbe stata competitiva: solo un illuso poteva credere alle voci che giravano dopo 4 km di test a Fiorano”.

“Nulla, però, è da lasciare intentato. Hamilton ha a disposizione due anni: se la vettura dell’anno prossimo si rivelerà poco competitiva, con tutta probabilità assisteremo a un film uguale a quello di quest’anno finora. Diverso sarà il discorso se potrà confrontarsi di più con gli avversari per le vittorie, dato che sappiamo che l’inglese preferisce auto non a effetto suolo”.

Deffo F1: “Ha deluso, ma i campioni sanno rialzarsi”

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Mattia De Filippi è più ottimista: il momento di Hamilton è sì molto più complesso di quanto lo stesso pilota si aspettasse, ma ripone fiducia nel suo DNA da campione per riscattarsi con il nuovo regolamento tecnico del 2026. “Penso che Lewis abbia incontrato molte più difficoltà di quanto pensasse. Ha indubbiamente deluso finora, i tifosi che si aspettavano di più ma soprattutto sé stesso. Ma sono proprio i grandi campioni quelli in grado di rialzarsi e sono sicuro che Hamilton ci metterà tutto il suo impegno per chiudere la carriera nel migliore dei modi, anche se forse bisognerà aspettare il 2026”.

Foto: Scuderia Ferrari Multimedia

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Matteo Poletti

Parma, 22 anni | Articolista dal 2021, scrivo per GPKingdom dal 2024 e per la Gazzetta di Parma dal 2025 | Content creator (@polmatracing) dal 2017

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