EDITORIALE – Il ricordo a distanza di un anno dalla morte di Luca Salvadori
Ricordo ogni istante. Tutti ricordiamo ogni istante.
Bali, più precisamente isola di Gili Trawangan. In Italia è mattina, in Indonesia il sole sta calando in un tramonto dai colori meravigliosi. Mi trovo in un’isola minuscola, dal ritmo lento e contadino, dove non esistono mezzi di trasporto se non biciclette e cavalli.
Sono alle porte di un piccolo supermercato: lascio la bici e apro Instagram, come un po’ tutti facciamo in un momento morto.
Appare un post in bianco e nero: Luca Salvadori è morto la scorsa notte.
Zoommo sulla foto, per capire se è davvero lui. Cerco su internet: ci sarà un errore, non può essere proprio quel Luca Salvadori.
È tutto vero. È lui.
Il mio lavoro in GPK richiede professionalità: di fronte anche alla notizia più tragica bisogna fare il proprio mestiere, riportando alla community cosa è successo, le cause e le prime dichiarazioni.
Quella volta, ed è stata ad oggi l’unica volta, non ce l’ho fatta.
Ancora oggi, se cercate su GPK, non troverete un articolo che riporti ufficialmente questa notizia. Me ne scuso, a distanza di un anno, con chi ci legge ogni giorno. Ma quella volta il lavoro è passato in secondo piano.
Giusto due post su Instagram, non editati, con le informazioni essenziali. Nient’altro.
Ricordo che, invece che scrivere per GPK, ho parlato di Luca a chi era presente con me, spiegandogli chi fosse. Poi ho scritto a tutti gli amici, ho chiamato papà e nonna facendo lo stesso: “Sì papà, dai, Luca Salvadori, quello che andava in moto e faceva i video…”
Avvertivo quasi il bisogno di dirlo al maggior numero di persone, come se fosse un mio dovere morale raccontare chi fosse Luca. E se quella volta i like e le visualizzazioni sono andati ad altri… beh, poco importa.
Credo che, in un mondo sempre più buio e pieno di notizie devastantemente tristi come quello odierno, Luca Salvadori sia stato, a suo modo, un rivoluzionario. Sono sicuro che, nella vostra mente, se pensate a lui lo immaginate sorridente.
Al giorno d’oggi regalare momenti d’allegria a così tante persone, come lui faceva, significa andare contro un’attualità che spegne i sogni, teme il futuro e non favorisce la pace.
Oltre ad essere un motociclista ed uno YouTuber, Luca praticava una sorta di condivisione a macchia d’olio di allegria e spensieratezza. Ed è, forse, anche questa una piccola ma autentica forma di ribellione.
Ciao, Lu.
Sei sempre un giro davanti a tutti noi.