In un documentario, un uomo che ha fatto la storia della F1 racconta un retroscena. Ayrton Senna poteva salvarsi, se avesse lasciato Williams per Ferrari come voleva fare.
La vita di Luca Cordero di Montezemolo è indissolubilmente legata a quella della Ferrari. Dalla chiamata a soli 28 anni come assistente del Drake, alla presidenza negli anni più duri del Cavallino rampante, la sua carriera è un racconto di passione, colpi di scena e sfide continue. Tra le immagini più emblematiche del docufilm, c’è quella della poltrona nella villa di Bologna, dove Senna stava seduto poco prima della tragedia. Un simbolo potente di ciò che avrebbe potuto essere e non fu. Infatti, proprio sul campione brasiliano Montezemolo ha svelato un retroscena assurdo.
Montezemolo racconta con schiettezza episodi che svelano il lato umano dei grandi campioni: da Niki Lauda, suo amico e rivale, a Michael Schumacher, “più fragile di quanto si pensasse”. Ma anche momenti di grande amarezza, come il licenziamento dalla Fiat o il rifiuto di Elkann di concedere le riprese a Maranello, che testimoniano quanto la gestione dei simboli nazionali sia ancora oggi terreno di scontro e di interessi contrastanti.
E poi, c’è il racconto su Senna che apre ad uno scenario utopico in cui su quella Williams quel maledetto giorno ad Imola il pilota brasiliano non ci sarebbe mai salito a bordo. Ecco il motivo per cui poteva salvarsi.
Ferrari poteva salvare Senna, ma poi…
La storia della Ferrari è costellata di leggende, drammi e retroscena che pochi conoscono davvero. Tra questi spicca un capitolo che ha dell’incredibile: l’accordo tra Ayrton Senna e la Scuderia Ferrari, siglato pochi giorni prima della tragedia di Imola nel 1994. A rivelarlo è Luca Cordero di Montezemolo nel docufilm “Luca: seeing red”, che ripercorre la sua vita e il suo legame con la casa di Maranello. Un film che però, ironia della sorte, ha visto la Ferrari negare il permesso di girare le scene all’interno dello storico stabilimento, un segnale che forse alcune verità restano ancora troppo scomode da raccontare.
Senna in Ferrari: era davvero possibile (Wikipedia) – www.GPKingdom.it
Raramente la Formula 1 ha visto un possibile matrimonio sportivo tanto atteso quanto quello tra Ayrton Senna e la Ferrari, un connubio che avrebbe potuto riscrivere la storia del motorsport. Montezemolo, nel suo racconto senza filtri, svela che il campione brasiliano aveva già firmato un accordo per lasciare la Williams e vestire il rosso di Maranello. Era il mercoledì prima del fatale Gran Premio di Imola, quando Senna si trovava nella villa di Montezemolo a Bologna. L’atmosfera era carica di speranze e promesse, ma il destino aveva in serbo un epilogo drammatico e irreversibile.
Questa rivelazione aggiunge un peso emotivo ulteriore a quella giornata ormai scolpita nella memoria collettiva degli appassionati. Senna non solo era il pilota più talentuoso e carismatico dei suoi tempi, ma avrebbe potuto essere il volto di una nuova era per la Ferrari, un periodo che invece si aprì con un lungo tunnel di difficoltà e delusioni. Montezemolo ricorda la Ferrari di quegli anni come una macchina “che faceva schifo”, un riferimento alla 348, ma anche e soprattutto alla necessità di ricostruire un mito dopo la perdita del suo simbolo più brillante.
Il racconto di Montezemolo non si limita al mondo delle corse. Nel docufilm emergono episodi sorprendenti che intrecciano il mondo della Ferrari con la cultura e la storia italiana. Come quando convinse Luciano Pavarotti a partecipare a un evento straordinario, facendogli anche avere in tempi rapidi una Ferrari F40 — anche se, scherza Montezemolo, “credo non ci sia mai salito davvero”. Questi dettagli, apparentemente marginali, raccontano un uomo capace di coniugare passione sportiva, amore per la propria terra e una visione culturale che va ben oltre l’asfalto dei circuiti e soprattutto, ci svelano molti retroscena sui grandi protagonisti – come Senna – del motorsport di quegli anni.