In Cina, l’acquisto di un’automobile non può prescindere dall’ottenimento preventivo di una targa automobilistica, una misura adottata dal governo per contenere l’inquinamento e la congestione del traffico nelle metropoli più grandi come Pechino e Shanghai. Questa politica, in vigore da circa vent’anni, si traduce in un sistema di assegnazione delle targhe che rende oneroso e complesso il processo di acquisto di un veicolo.
Per poter circolare, chi intende acquistare un’auto a motore termico deve prima assicurarsi una targa, che non viene automaticamente rilasciata all’acquisto del veicolo in concessionaria. Nei grandi centri urbani, infatti, il numero di targhe è limitato e viene messo a disposizione tramite un sistema di aste pubbliche. Shanghai, la prima città a introdurre questo sistema nel 2000, vede ogni mese centinaia di migliaia di aspiranti automobilisti competere per pochi posti: per esempio, per 10.000 targhe si sono registrate oltre 200.000 richieste, generando una domanda nettamente superiore all’offerta.
Questo sbilanciamento tra domanda e offerta ha fatto lievitare il prezzo medio di una targa a oltre 88.000 yuan, equivalenti a più di 10.500 euro. Un costo che si aggiunge al prezzo dell’auto stessa, rendendo l’acquisto di un veicolo a combustione interna un investimento considerevole. Anche Pechino adotta un sistema analogo, riflettendo la severità con cui il governo cerca di limitare la crescita del parco circolante per mitigare gli effetti negativi sull’ambiente e sulla viabilità cittadina.
Agevolazioni per le auto elettriche e impatto sul mercato automobilistico
Diversa è la situazione per chi sceglie di acquistare un’auto elettrica. Grazie agli incentivi green e a un iter burocratico semplificato, le auto elettriche non sono soggette alle aste per le targhe: una volta ordinata l’auto in concessionaria, la targa viene rilasciata con facilità, senza costi aggiuntivi elevati o lungaggini amministrative. Questo sistema ha favorito una crescita significativa delle vendite di veicoli elettrici, tanto che le stime più recenti prevedono che nel 2025 circa il 50% delle auto vendute in Cina sarà a trazione elettrica, un segnale forte dell’impegno verso la sostenibilità ambientale e la riduzione dell’inquinamento urbano.
Pechino, capitale della Cina con quasi 22 milioni di abitanti e un’estensione di oltre 16.400 km², è una delle città più popolose e vaste al mondo. La municipalità presenta un clima continentale caratterizzato da estati calde e umide e inverni freddi e secchi. Le attività industriali e il traffico hanno storicamente contribuito a livelli elevati di inquinamento atmosferico, con frequenti episodi di nebbia densa contenente polveri sottili e residui di combustione.
Negli ultimi anni, tuttavia, Pechino ha registrato miglioramenti grazie all’espansione del sistema metropolitano e alla crescente diffusione delle auto elettriche, che hanno contribuito a contenere le emissioni nocive. Il controllo sul numero di veicoli circolanti tramite il sistema delle targhe è parte integrante di questa strategia.
Shanghai, con i suoi quasi 25 milioni di abitanti, rappresenta il fulcro economico e finanziario della Cina. Situata nel delta del Fiume Azzurro, la città si contraddistingue per un clima subtropicale umido con estati calde e piovose e inverni freddi ma meno rigidi rispetto a Pechino. Anche qui il sistema delle aste per le targhe è attivo e rigoroso, riflettendo la necessità di gestire un flusso veicolare in una metropoli in continua espansione.
Il confronto con altre realtà asiatiche: Singapore e il costo delle autorizzazioni di circolazione
Il costo elevato delle targhe in Cina può sembrare esorbitante, ma è superato da altre realtà asiatiche come Singapore, dove ottenere un certificato di proprietà veicolare (Certificate of Entitlement, COE) per poter circolare con un’auto di qualsiasi cilindrata può superare l’equivalente di 100.000 euro per un periodo di 10 anni. Anche le autorizzazioni per veicoli con limitazioni di cilindrata o dimensioni possono aggirarsi intorno ai 70.000 euro. Questi dati sottolineano la crescente tendenza dei governi asiatici a utilizzare strumenti economici e amministrativi per controllare la crescita del parco veicoli e promuovere la mobilità sostenibile.