Tutti conoscono Audi, quasi nessuno sa che il loro storico logo con quattro anelli lo hanno “copiato” da un’altra casa. La storia mai raccontata.
Il modo delle automobili sa essere davvero spietato e le cose cambiano rapidamente, con grandi marchi che scompaiono, evolvono o cambiano completamente settore in cui operare, prendiamo MG, un tempo brand inglese parte di British Leyland ed oggi di proprietà cinese. O Autobianchi, praticamente scomparsa benché il Gruppo Stellantis ne detenga ancora i diritti. O la casa che ha dato il logo ad Audi…
Tutti conoscono la storia del marchio Audi: nata agli inizi del novecento, la casa sfruttò il periodo d’oro dell’automotive tedesco che forte anche del fatto che le Benz fossero le prime “carrozze senza cavalli” della storia, riuscì a dominare quasi incontrastato il mercato mondiale prima che arrivassero nuovi competitor. Negli anni trenta, per Audi ci fu una svolta importantissima: venne assorbita nel Gruppo DKW che acquisì assieme al brand tedesco Horch e Wanderer.
Questo maxi conglomerato di brand automobilistici diede vita al Gruppo Auto Union nel 1932 che molti di voi forse conoscono per le loro possenti automobili da corsa, denominate con la sigla “Type” a cui aggiungere una lettera dell’alfabeto. Proprio Auto Union avrebbe finito per vedere il suo logo “scippato” dal brand tedesco.
Chiamatela Audi Union!
Auto Union ebbe grande successo nel corso della prima parte del novecento, da un lato producendo veicoli militari per la Wermacht dalle sue strutture in Sassonia, dall’altro implementando il possente motore W16 ideato da Ferdinand Porsche sulle automobili che correvano i Grand Prix dell’epoca, sfrecciando sui tracciati più veloci d’Europa. Negli anni sessanta, in piena crisi del dopo guerra in Germania Ovest, il brand iniziò a non avere più tale successo.
Una delle potenti Auto Union che terrorizzavano i piloti europei: notare il logo sul cofano (Wikipedia) – www.GP.Kingdom.it
Nel corso degli anni sessanta, forte di una consolidata situazione finanziaria Volkswagen portò avanti una ambiziosa operazione di mercato comprando di fatto i diritti del marchio Auto Union e NSU, altro brand ai tempi molto noto che aveva clamorosamente fallito con la sua RO80 con motore Wankel, poi ripreso da Mazda. Nel 1965, l’azienda tedesca, proprio dalla fusione dei due marchi, riportò letteralmente in vita il marchio Audi che è arrivato ai giorni nostri.
Il logo sul cofano, quello con gli iconici quattro anelli, arriva proprio da quell’epoca in cui in realtà Audi virtualmente non esisteva più e un brand di nome IFA produceva automobili nei suoi ex stabilimenti. In un certo senso, Auto Union vive ancora sotto il cofano di tutte le Audi che guidiamo ad oggi. In un altro, si è visto rubare la sua identità da un’azienda che per trent’anni buoni non aveva praticamente messo sul mercato un veicolo col suo logo!