Max Verstappen, il cavaliere autentico del motorsport

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27 Settembre 2025

Pochi aggettivi riescono a descrivere alla perfezione Max Verstappen, il cavaliere autentico del motorsport moderno.

La tastiera corre veloce, dinamitardi i tasti che quasi brillano nell’iridescenza del tavolo, sembra che sia placcato in alluminio. Le parole scorrono all’unisono, come se fossero su un di un binario metafisico, ma nell’incertezza delle musiche di sottofondo e delle parole di circostanza c’è qualcuno che a 1298 km di distanza dalla tastiera è ancora più veloce, velocissimo. L’olandese dal ghiaccio focoso, Max Verstappen.

Max Verstappen, il cavaliere autentico del motorsport
Max Verstappen, il cavaliere autentico del motorsport

Come si può quantificare un minuto? In quale zona del tempo può essere realmente collocato l’incedere ripetitivo che tocca ogni sessanta secondi le corde flebili degli orologi e gli schermi piattissimi dei telefoni? Beh, un minuto è il distacco che Verstappen ha inflitto alla compagnia cantante nel corso della 4 ore del Nurburgring, in appena 14 giri. Siamo di fronte ad un cavaliere del motorsport, autentico nell’opaca ipocrisia e stucchevolezza che alle volte annienta il gusto delle corse, quasi come se fossero una logica conseguenza dell’essere piloti.

Ma piloti lo si è sempre, anche nel traffico di fine estate, e Verstappen lo sa bene: a lui non interessano fama e gloria, c’è l’asfalto pronto a rispondere ad ogni domanda, c’è il sapore leggero e irresistibile del carburante che va via metro dopo metro rendendo ogni tipo di vettura più leggera e soggetta a spigolosi cambi di direzione.

Verstappen incarna il sentimentalismo verso qualcosa che fagocita (in senso positivo) le paure ed i tormenti, che scava negli abissi del coraggio rendendo i piloti più di semplici esseri umani, quasi volanti e mai trafitti dalle velocità che tendono a dominare, per quanto questo possa essere difficile. Un quattro volte campione del mondo che mette a disposizione il coraggio mettendo da parte le corone, che non riposa mai mentre i suoi colleghi tirano il fiato in vista dell’appuntamento di Singapore, lui no. Il campione non conosce pause, non conosce misteri e non conosce la sottile e piatta noia che, ad un certo punto, si insinua nella testa di un pilota diviso tra un Gran Premio e l’altro.

Max Verstappen, ventotto anni e quattro titoli mondiali nel suo palmares
Max Verstappen, ventotto anni e quattro titoli mondiali nel suo palmares

E’ nell’Olimpo già da un bel pezzo e, chilometro dopo chilometro, sta scalando vertiginosamente le scale che distanziano il quarto piano dall’attico, lì dove sono seduti in pochissimi e stanno godendo, nel vedere nella gesta di Max Verstappen almeno 50 anni di motorsport puro, quello dimenticato dai colori ma vivido nelle pellicole dei tempi che furono. Delle gare di durata che scindono per un secondo il tempo, della gare di resistenza che vincono anche la più sgradevole ed imperante delle forze, delle gare che danno vita a strade e paesaggi raccontando storie di chi le ha percorse almeno mezzo secolo prima.

E’ un’ode continua verso l’amore che un ragazzo di ventotto anni può avere per le corse, per quella scelta che fin da bambino lo ha portato ad essere Max, forse anche superando anche quelle regole che non dovrebbero essere imposte in tenera età. Precoce in ogni ambito, sfidante mai domo e cavaliere autentico di un motorsport che non c’è più ma che con Max Verstappen può tornare pian piano a far girare quella magica pellicola.

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Alessio Evangelista

Mi chiamo Alessio Evangelista, nato a Pescara il 17/10/1996.

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