Sulle strade italiane si sta consumando una strage silenziosa, davanti a tutti. E nessuno ne sta parlando.
Le strade italiane, secondo i dati dell’osservatorio ASAPS, diventano ogni anno più sicure. Quest’anno, almeno fino ad ora, i decessi per incidenti stradali sulle nostre strade sono calati del 4,4% rispetto al 2024 tuttavia, se invertiamo il modo di guardare a questa situazione, c’è poco da stare allegri. Infatti, con tutte le misure di sicurezza tra ADAS, airbag e cinture di ultima generazione e sopratutto con tutti i controlli previsti dal Nuovo Codice della Strada, non dovremmo nemmeno fare i conti con un numero di vittime con tre zeri.
Eppure, secondo i dati dell’ASAPS il conteggio provvisorio dei morti sulle nostre strade supera già le 1.000 unità, una cifra non certo accettabile per un paese occidentale industrializzato che investe così tanto sulla sicurezza stradale. A fare davvero paura, poi, è la percentuale di individui di due categorie – una in particolare ha subito una vera strage – che sembrano finire coinvolte negli incidenti più spesso di tutte le altre.
I pedoni sono letteralmente sotto assedio da parte dei guidatori disattenti. La combinazione tra la vulnerabilità di individui che si trovano in strada senza la carrozzeria di un veicolo a proteggerli e la distrazione dei guidatori che spesso non badano alle norme hanno fatto si che di tutte queste vittime, registrate nel corso del 2025, ben 301 si siano rivelati pedoni. Ma la categoria più a rischio sarebbe un’altra.
Questa categoria di “guidatori” rischia più di tutte
Andare in bicicletta non è mai stato così pericoloso: secondo i dati ASAPS, i ciclisti sonora categoria di guidatori di veicoli più a rischio in Italia: ne sono morti già 152 che in percentuale, è un numero spaventoso. Nel 2024, erano stati “soltanto” 87 i ciclisti morti in tutto l’anno, segno che le cose stanno peggiorando e che la crescita è vicina al 50%. Ma quali sono le cause?
Ciclisti, la strage silenziosa – www.GP.Kingdom.it
Il fatto di non avere anche qui una carrozzeria a proteggerli dagli urti rende i ciclisti elementi vulnerabili in strada, con un banale tamponamento che può far cadere dal mezzo un individuo ed ucciderlo sul colpo. I pirati della strada, poi, persone che guidano in modo non attento e scappano dopo aver investito il ciclista per disattenzione o comportamenti che includono l’uso di droghe o alcool al volante sono ancora molto diffusi, stando ai dati in questione.
D’altra parte, da notare anche che molte piste ciclabili nelle maggiori metropoli italiane non sono protette da barriere o segnaletica adeguata e spesso, il rischio è che il ciclista finisca in mezzo alla strada non per colpa sua. Infine, innegabile che anche alcuni ciclisti abbiano abitudini estremamente pericolose come pedalare al buio senza l’apposito abbigliamento catarifrangente, invadere la carreggiata dove non è presente una pista ciclabile o addirittura procedere su strade a scorrimento veloce.
Una cosa è certa: è necessario che le autorità intervengano per rendere i percorsi ciclabili più sicuri, sanzionare chi guida senza rispetto per le norme stradali, automobilista o ciclista che sia, per evitare che questa strage diventi ancora più sanguinosa di quanto non lo è stata finora.