Bulega sull’incidente con Razgatlioglu: “Credo sia giusto raccontare la verità dei fatti”

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Scritto da Giulia Amari

20 Ottobre 2025

Dopo un weekend accesissimo a Jerez, terminato con la vittoria del mondiale da parte del turco di BMW, Nicolò Bulega chiarisce ciò che è accaduto nella Superpole Race

Quella tra Nicolò Bulega e Toprak Razgatlioglu è da ormai due anni una storia di sfida, rispetto e spettacolo: i due piloti sono stati i veri protagonisti della WorldSBK, rendendola più emozionante che mai. Due talenti, due moto, ma un unico obiettivo: essere campioni.

Bulega sull'incidente con Razgatlioglu: "Credo sia giusto raccontare la verità dei fatti"
Bulega sull’incidente con Razgatlioglu: “Credo sia giusto raccontare la verità dei fatti”

Entrambi hanno dato il tutto per tutto per conquistare la vetta, ma come ogni competizione il vincitore può essere solo uno. L’apice della battaglia si è verificato proprio ieri, nell’ultima giornata di Toprak da pilota di WorldSBK. I due hanno cominciato la domenica con il numero #1 di BMW in vantaggio di 34 punti, ma, nonostante a Bulega servisse una vera e propria impresa, non si è dato per vinto e ha tentato l’impossibile.

Un incidente in Superpole Race ha però condizionato gli animi di tifosi e Team: tante le parole dette, tanti gli insulti e tanti i fischi. Un giorno dopo l’accaduto, Nicolò risponde a mente fredda ricordando il vero spirito dello sport.

Le parole di Nicolò Bulega

“Ciao a tutti, dopo quanto accaduto questo weekend, credo sia giusto raccontare la verità dei fatti, senza filtri e senza interpretazioni.
Ci tengo molto, per me, per il mio team, per la Superbike. Ho letto e sentito tante cose non vere riguardo al contatto tra me e Toprak nella Superpole Race.

La prima, e forse la più grave, è che l’avrei fatto apposta, niente di più falso. Chi mi conosce sa che il mio punto forte è sempre stato la percorrenza in curva, e la correttezza verso gli avversari. Dopo un’intera stagione fatta di sorpassi e controsorpassi al limite, da entrambe le parti, un errore può capitare.

Forse se fosse capitato in un altro weekend non avrebbe fatto tutto questo scalpore. Un errore che, vorrei sottolineare, è stato sanzionato con un long lap che ho scontato. In sostanza un incidente di gara come ne succedono tantissimi durante la stagione.
La cosa importante che mi preme precisare, però, è che non sia stata una manovra intenzionale, e mi dispiace davvero che da fuori sia sembrato il contrario.

La seconda cosa che ho letto è che non avrei chiesto scusa. Anche questo non è vero. L’ho fatto subito, nella prima intervista con TNT, non avevo altro modo per farlo e ho colto la prima opportunità che mi è stata concessa. Inoltre, chi mi ha visto in quei momenti sa bene che non ero affatto felice di aver vinto sapendo che Toprak era caduto.

Dopo il podio ho anche chiesto di parlargli direttamente per chiarire, ma comprensibilmente ha preferito rimandare il confronto a dopo Gara 2. C’è però un errore che riconosco: aver reagito alle provocazioni di alcuni tifosi turchi nel paddock. Mentre mi insultavano, ho risposto con un pollice alzato. Ma, detto questo, credo che la loro reazione sia stata fuori misura.

Stiamo correndo in moto, lottando per un Mondiale, dando tutto ogni singolo weekend. Gli insulti personali e le minacce verso me, la mia ragazza, la mia famiglia e il mio team non hanno nulla a che vedere con lo sport. Non rappresentano lo spirito della Superbike, dove c’è sempre stato rispetto reciproco, anche nei momenti più tesi.

Essere scortato dalla polizia per tutto il giorno non è stata una bella esperienza, né per me né per chi mi era vicino. Però ci tengo a dirlo chiaramente: Toprak non è così. È un pilota tosto, un avversario leale, e molti dei suoi fan dovrebbero prendere esempio da lui. A fine Gara 2 ci siamo parlati, mentre eravamo ancora in moto, con i caschi e con l’adrenalina per la corsa.

Nessun rancore, come succede tra piloti. In Superbike, e anche in MotoGP, c’è ancora un ambiente sano. Non abbiamo bisogno di ultras, ma solo di persone che amano questo sport per quello che è: coraggio, rispetto e competizione vera. Grazie a chi mi ha scritto e sostenuto in questi giorni. Ci vediamo in pista.

Foto: Aruba.it Racing – Ducati

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Giulia Amari

Milano, 22 anni | studio lingue e comunicazione digitale | scrivo per GPKingdom | ho un blog di motorsport "Pit Stop Zone" | conduco un programma radio di interviste sportive "Beyond the game"

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