Queste vetture sono considerate da tutti un pericolo pubblico. Meglio evitare di salirci come pilota o passeggero!
Nel panorama automobilistico, alcune vetture hanno scritto pagine nere nella storia della sicurezza stradale, diventando vere e proprie macchine di morte. Le auto più pericolose della storia non sono solo un elenco di modelli con difetti tecnici, ma anche simboli di un’epoca in cui la sicurezza era spesso sacrificata sull’altare delle prestazioni o del design audace. Dai modelli con motori sovradimensionati e telaio instabile alle vetture con gravi carenze strutturali, ecco una classifica aggiornata delle dieci auto che hanno fatto più vittime – e più paura – tra gli appassionati e non solo.
Non tutte le auto pericolose sono nate per uccidere, ma alcune sembrano quasi sfidare il guidatore a controllarle. La Renault Clio 3.0 V6 – 2001-2005 – per esempio, con il suo potente motore centrale da 230 CV e lo sterzo poco reattivo, era nota per la sua tendenza a sbandare in curva, mettendo a dura prova anche i piloti più esperti. Un concentrato di potenza e fragilità che ha fatto tremare più di un guidatore. La stessa sorte è capitata alla leggendaria Porsche 930prodotta tra il 1975 ed il 1989, vera e propria icona del “vero uomo al volante”, con il suo motore posteriore che provocava sovrasterzo improvviso e un turbo lag in grado di tradire anche chi la conosceva a memoria.
La linea sottile che separa il mito dalla pericolosità reale si vede anche nella Jaguar E-Type del 1961-1975. Celebrata per il suo design mozzafiato e il motore V12 da 4,2 litri, la sua struttura leggera e il carattere nervoso la rendevano difficile da domare, soprattutto a velocità elevate. La E-Type non era solo un’auto, ma un simbolo culturale, immortalata anche nei fumetti italiani grazie alle sorelle Giussani e al loro Diabolik. Un’auto che ha alimentato il fascino del rischio, ma che rimane un monito sulla sottile linea fra prestazioni e sicurezza.
Alcuni modelli sono diventati famosi più per i loro problemi tecnici che per le prestazioni. La Chery A15 costruita tra il 2003 ed il 2010, vettura cinese oggi superata da modelli più sicuri come la Omoda 5 con le sue 5 stelle Euro NCAP, era tristemente nota per la scarsa protezione in caso di incidente. La carrozzeria tendeva ad accartocciarsi, lasciando gli occupanti praticamente indifesi. Un esempio lampante di come la sicurezza sia stata, per molto tempo, un optional di lusso più che un requisito imprescindibile.
Non meno celebre è la Ford Pinto – 1971-1980 – tristemente famosa per il serbatoio del carburante posizionato in modo tale da esplodere in caso di tamponamento posteriore. I numerosi incidenti e le relative cause legali hanno portato a una rivoluzione nelle normative di sicurezza automobilistica negli Stati Uniti, segnando un prima e un dopo nella tutela dei consumatori.
La Chevrolet Corvair del periodo 1960-1969 ha avuto un ruolo chiave nel miglioramento della sicurezza stradale: la sua instabilità, dovuta a sospensioni antiquate e motore posteriore, è stata al centro di aspre critiche da parte di esperti come Ralph Nader. Seppur successivamente smentita da analisi ufficiali, la vicenda ha spinto le autorità americane a istituire agenzie dedicate alla sicurezza stradale e a introdurre normative più rigorose.
Le icone più pericolose!
Spesso, le vetture più pericolose sono anche quelle che hanno segnato un’epoca dal punto di vista stilistico e culturale. La DeLorean DMC-12 – 1981-1982 – con le sue porte ad ala di gabbiano e la carrozzeria in acciaio inox disegnata da Giugiaro, è un’icona pop grazie a “Ritorno al Futuro”. Tuttavia, le sue porte potevano intrappolare i passeggeri in caso di ribaltamento e la potenza modesta di 130 CV la rendeva poco performante rispetto all’immagine che aveva costruito.

Il fascino della Mercedes-Benz Pagoda W113 – 1963-1971 – risiede nel suo design e nell’eleganza, ma anche lei non era esente da critiche sul fronte della sicurezza, in particolare per la rigidità del tetto concavo che poteva comprometterne la resistenza in caso di ribaltamento. Un’auto per intenditori, che però poteva rivelarsi insidiosa su strade bagnate o in mani inesperte.
Infine, la Fiat Uno Turbo del periodo 1985-1994 rappresenta il perfetto esempio di auto “pericolosa” per la combinazione tra potenza e maneggevolezza limitata. La sua leggenda nasce anche dalla facilità con cui era possibile modificarla per aumentarne le prestazioni, ma il risultato era spesso un mix esplosivo in grado di mandare in crisi molti guidatori non preparati.
Queste vetture, con le loro caratteristiche uniche e i loro difetti evidenti, raccontano come l’evoluzione della sicurezza automobilistica sia stata una lunga battaglia tra desiderio di potenza e necessità di protezione. Oggi, grazie a normative sempre più stringenti e a tecnologie all’avanguardia, è impensabile che un’auto moderna presenti rischi simili a quelli di questi “widowmakers”. Ma il fascino oscuro di queste “bombe su quattro ruote” continua a far parlare di sé, alimentando miti e leggende nel mondo dei motori.