Una brutta situazione in Asia rovina il mercato alla casa tedesca. Il dramma si estende a tutti questi veicoli popolarissimi.
Volkswagen si trova ad affrontare una crisi senza precedenti legata alla fornitura di componenti elettronici, con possibili ripercussioni sulla produzione di alcune delle sue vetture più iconiche. La tensione in atto tra Paesi Bassi e Cina intorno a Nexperia, fornitore chiave di semiconduttori, rischia di bloccare temporaneamente la fabbrica di Wolfsburg, sede storica della casa automobilistica tedesca.
L’attuale emergenza nasce dalla decisione dei Paesi Bassi di assumere il controllo di Nexperia, azienda olandese entrata nel 2018 a far parte di un gruppo cinese, per ragioni di sicurezza nazionale. Questa mossa ha innescato una risposta da parte di Pechino, che ha vietato a Nexperia di esportare merci dalla Cina. Sebbene il produttore non rifornisca direttamente Volkswagen, diversi fornitori del gruppo tedesco dipendono dai suoi componenti elettronici essenziali.
Un portavoce di Volkswagen ha dichiarato all’AFP che al momento la produzione non risulta direttamente interrotta, ma non si possono escludere “ripercussioni a breve termine”. L’azienda ha sottolineato come le difficoltà derivino da fattori esterni e non dalla gestione interna delle catene di fornitura. Nel frattempo, la casa automobilistica sta esercitando pressioni politiche per trovare una soluzione tempestiva a questa crisi.
I modelli in pericolo
Secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Bild, da martedì si registrano già le prime interruzioni parziali nello stabilimento di Wolfsburg, dove si producono modelli di punta come la Golf e la Tiguan. Mercoledì 29 ottobre potrebbe essere annunciato il primo stop per la linea di produzione della Golf, anche se la sospensione potrebbe essere posticipata se le scorte di semiconduttori dovessero rivelarsi sufficienti. In seguito, sarà valutata la possibilità di fermare anche la produzione della Tiguan.
Non solo Wolfsburg: sempre secondo Bild, mercoledì dovrebbe iniziare una progressiva riduzione delle attività anche nella fabbrica di Zwickau, un altro sito cruciale per Volkswagen. La prima fase coinvolgerà gli stabilimenti del marchio Volkswagen, seguita da quelli dedicati ad Audi, Seat/Cupra e altre divisioni del gruppo.
Volkswagen, attraverso una comunicazione interna ai dipendenti, ha ammesso di non poter escludere la sospensione della produzione, pur mantenendo la speranza di individuare soluzioni con i vari attori coinvolti. Questa situazione preoccupa fortemente, perché il rischio di blocchi si estende potenzialmente a tutto il comparto automotive.
Anche Mercedes-Benz ha espresso timori legati all’attuale crisi dei chip, pur non potendo ancora formulare previsioni precise. Hildegard Mueller, presidente della VDA – l’associazione tedesca dei costruttori automobilistici- ha avvertito che se l’interruzione delle forniture di semiconduttori da parte di Nexperia non sarà risolta rapidamente, il settore potrebbe affrontare nel prossimo futuro “notevoli limitazioni della produzione, se non addirittura uno stop completo”.
La crisi non riguarda solo il comparto automobilistico: secondo l’analisi del quotidiano economico Handelsblatt molte altre industrie europee sono fortemente dipendenti dai chip prodotti da Nexperia. L’86% del settore della tecnologia medica, il 95% dell’ingegneria meccanica e tutte le aziende europee operanti nei settori aerospaziale e della difesa si affidano a questo fornitore cinese.
Il rischio è quindi di un effetto domino che potrebbe rallentare o bloccare produzioni in settori vitali per l’economia e la sicurezza europea, amplificando ulteriormente le tensioni geopolitiche tra Europa e Cina. Volkswagen e le altre aziende coinvolte si trovano così a negoziare con governi e fornitori, cercando soluzioni che possano evitare di compromettere la produzione e la stabilità di un settore già provato da anni di crisi legate alla carenza globale di semiconduttori. Nel frattempo, la data del 29 ottobre si avvicina e con essa la possibilità di un fermo produttivo che potrebbe segnare una nuova fase di difficoltà per l’industria automobilistica europea.