Nessun via libera alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Matteo Salvini deve incassare un altro secco no da parte della Corte dei Conti. Ecco tutte le informazioni su quanto accaduto nelle ultime ore.
La costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina ha subito un nuovo importante stop. L’avvio dei lavori, infatti, non è ancora cominciato e a quanto pare, nonostante le insistenze di Matteo Salvini, non avverrà a breve. Sempre se tutto ciò dovesse realmente avvenire. Nelle ultime ore si è registrato un nuovo importante stop.
Alla fine del mese di ottobre la Corte dei Conti aveva negato il visto di legittimità per l’attuazione del Ponte sullo Stretto alla delibera Cipess. Poche ore fa è arrivata un’altra mazzata per l’eventuale inizio dei lavori. I magistrati contabili, infatti, hanno ribadito il loro secco no anche al terzo atto aggiuntivo. Quest’ultimo regola tutti i rapporti tra il Ministero dei Trasporti, con a capo Matteo Salvini, e la società concessionaria Stretto di Messina Spa.
Tutti e due questi atti sono in stretta connessione fra loro. La Corte dei Conti, inoltre, ha reso noto che tutte le motivazioni riguardanti questo ulteriore stop all’approvazione del progetto sulla costruzione del Ponte sullo Stretto verranno rese note in via ufficiale entro e non oltre trenta giorni.
Altro no della Corte dei Conti alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina
Matteo Salvini considera la realizzazione del Ponte sullo Stretto un’opera fondamentale per il collegamento della Sicilia con la Calabria e per lo sviluppo del sistema dei trasporti in quella particolare area del nostro Paese. Le criticità sull’attuazione di questa opera, però, sono molte. Ci riferiamo principalmente a questioni di carattere sismico, ambientale ed economico. Le diffidenze della Corte dei Conti sono la prova di tutto ciò.
La maggioranza non ha preso bene questo ennesimo brusco stop. Recentemente Matteo Salvini aveva commentato il tutto con queste parole: “Sono assolutamente tranquillo e determinato. Noi aspettiamo che la Corte dei Conti ci dica quali sono i suoi dubbi, siamo convinti di avere gli argomenti per fugare ogni tipo di dubbio. I cantieri partiranno, dopo 160 anni. Ci viene chiesto un supplemento di documentazione? Lo facciamo: abbiamo aspettato un secolo, aspetteremo un secolo e due mesi“.
Nonostante queste sue parole, però, la Corte dei Conti vuole vederci maggiormente chiaro. Questo ennesimo stop, di certo, non permetterà l’inizio dei lavori in tempi troppo recenti come auspicato dallo stesso Matteo Salvini. Quest’ultimo, però, non ha intenzione di arrendersi.