GP Marocco 1958: la storia dell’unica corsa della Formula 1 a Casablanca, teatro della prima conquista iridata di un inglese
Casablanca, Marocco, 1958. L’attesa per l’ultima gara della stagione è impaziente, il titolo mondiale è ancora senza padrone quando ci si ritrova all’undicesimo appuntamento di un campionato incerto e combattuto fino all’ultimo respiro. Il clima torrido dell’Africa fa da contorno al primo storico Gran Premio ufficiale corso in terra marocchina, che ospita l’ultimo atto della sfida iridata tra Mike Hawthorn e Stirling Moss.

Il tracciato ad accogliere le monoposto di fine anni 50′ è il circuito di Ain Diab, un cittadino costruito nell’omonimo quartiere di Casablanca e inaugurato un anno prima, nel 1957, in occasione di una gara non valevole per il campionato del mondo di Formula 1.
Alla vigilia del weekend, Mike Hawthorn, reduce dal secondo posto colto in Italia cinque settimane prima, vanta otto punti di margine sul rivale Stirling Moss, bloccato a Monza da un problema al cambio della sua Vanwall. E pur ipotizzando una vittoria di Moss, al britannico della Ferrari basterebbe replicare il risultato dell’ultimo Gran Premio per assicurarsi il primo titolo della sua carriera.
Le qualifiche
La sessione di qualifica scalda i motori e alimenta l’adrenalina tra i piloti. A primeggiare è proprio il leader della classifica che registra la sua pole position n.4, seguito da Stirling e da Stuart Lewis-Evans in terza posizione, entrambi su telaio e motore Vanwall.
In quarta posizione troviamo la BRM di Behra, mentre le altre due Ferrari di Hill e Gendebien si qualificano rispettivamente in quinta e sesta piazza. L’altra vettura della Vanwall guidata da Tony Brooks segue le Rosse fermandosi al settimo posto.
La gara
Il giorno successivo, 19 ottobre ’58, la corsa prende il via. L’inseguitore Moss riesce nella prima fetta di gara a prendersi la leadership e ad amministrarla rintuzzando i tentativi di attacco da parte di Hawthorn, che si destreggia tra la seconda e la terza posizione spendendosi in una bagarre con Brooks.
Il compagno di squadra di Stirling fa del suo meglio per limitare la fame mondiale di Mike, ma si deve arrendere subendo, pochi giri dopo, il sorpasso dal britannico in Rosso, ora virtualmente campione. Con il trascorrere del tempo e dunque dei giri, Hawthorn resta dietro al rivale diretto e lascia passare il compagno di squadra Phil Hill per tentare il colpo di grazia nei confronti di Moss.
Questa tattica, però, non prende forma e si rivela di fatto inutile non centrando l’obiettivo previsto. Il team Ferrari si accorge dell’ininfluenza dell’azione guidata dal pilota americano e il direttore sportivo del Cavallino ordina a Hill di invertire la posizione in favore di Hawthorn. La classifica del GP resta immutata fino al traguardo e l’inglese si laurea campione del mondo alla guida della Ferrari, con una sola vittoria nell’arco della stagione 1958, raccolta in Francia.
42 a 41 il canto definitivo della classifica piloti a sigillare un campionato del mondo mai scontato nei risultati. Ma se c’è un aspetto che mette tutti d’accordo è il dominio inglese al volante. Sono infatti nove i Gran Premi vinti da piloti britannici in questa stagione, contro i successi singoli di Francia e Stati Uniti.
E’ la nascita della stella più brillante della storia della Formula 1, quella inglese, celebrata dal leggendario trionfo iridato di Hawthorn, che fa di Mike un pilastro della tradizione motoristica del Regno Unito, rendendolo immortale nel cuore di milioni di appassionati.
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