Il mito della Triple Crown: origine e storia del ‘triplete’ del Motorsport

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Scritto da Davide Arzu

7 Dicembre 2025

La storia della Triple Crown del Motorsport: il particolare riconoscimento che premia un’impresa quasi impossibile

Ogni weekend vediamo piloti premiati sul podio per il risultato appena conquistato. Una volta all’anno assistiamo all’assegnazione di un titolo, che si tratti di Formula 1, Wec, Indycar o altri campionati. Ma avete mai sentito parlare di Triple Crown? Il trofeo che racchiude le tre categorie appena citate e che ha avuto un solo padrone nella storia del motorismo.

Il mito della Triple Crown: origine e storia del ‘triplete’ del Motorsport

Questo particolare riconoscimento premia il pilota automobilistico che riesce a vincere il Gran Premio di Monaco di Formula 1 (o, in alternativa, il Mondiale della massima categoria), la 24 ore di Le Mans facente parte del WEC (World Endurance Championship) e la leggendaria gara di Indianapolis, stella indiscussa del calendario annuale del campionato americano Indycar.

Il trofeo non è riconosciuto in via ufficiale ma ha una funzione esclusivamente statistica, e prende diretta ispirazione dalla tripla stella dell’Ippica britannica (Epsom Derby, 2000 Guineas e St. Leger Stakes) e soprattutto da quella dell’Ippica americana (Kentucky Derby, Preakness Stakes e Belmont Stakes).

Il mito della Triple Crown: origine e storia del ‘triplete’ del Motorsport

Il termine ‘Triple Crown’ viene accostato alle quattro ruote dagli anni a partire dagli anni 50′ e 60′, quando appassionati e stampa, di settore prima e generalista poi, iniziano ad applicare il concetto di questo riconoscimento al mondo dei motori. Una prima versione comprendeva solo il GP di Montecarlo per quanto riguarda la categoria regina, mentre un’interpretazione più recente ha aggiunto l’opzione della conquista iridata.

In ogni caso, indipendentemente da quale delle due versioni viene presa in esame, fino ad oggi c’è stato un solo uomo capace di un’impresa simile, tanto da guadagnarsi il meritato soprannome di ‘Mr. Triple Crown’.

Il mito della Triple Crown: origine e storia del ‘triplete’ del Motorsport

Il suo nome è Graham Hill, pilota britannico classe 1929, militante in Formula 1 dal 1958 al 1975 tra le file di Lotus, BRM, Brabham, Shadow, Lola e Hill. 179 corse disputate di cui 14 vinte e 36 terminate sul podio. Conquistatore di due campionati mondiali nel 1962 e nel 1968, ha trionfato per ben cinque volte tra i muretti del Principato (1963, 1964, 1965, 1968, 1969), siglando un record poi battuto da Ayrton Senna.

Ha partecipato in tre occasioni alla 500 miglia di Indianapolis, vincendo al primo tentativo nel 1966, e concludendo la gara con un ritiro nel 1967 e 1968. Tutte le tre edizioni sono state disputate con il team John Mecom Jr. Racing.

Nel 1972 ha chiuso la pratica e ha scritto la storia dominando la prestigiosa 24 ore di Le Mans, corsa al fianco del pilota francese Henri Pescarolo su Matra-Simca MS670.

Il mito della Triple Crown: origine e storia del ‘triplete’ del Motorsport

In tempi più recenti a tentare l’impresa sono stati diversi piloti, in particolare Fernando Alonso. Il pilota spagnolo ha infatti conquistato per ben due volte il Campionato del Mondo di Formula 1 su Renault (2005, 2006), vinto a Le Mans per due edizioni consecutive, nel 2018 e nel 2019, senza però mai riuscire ad imporsi a Indianapolis, dove ha corso nel 2017, 2019 e 2020.

Altri manici si sono avvicinati al traguardo, come Juan Pablo Montoya che ha trionfato a Monaco nel 2003 e due volte in Indy 500, o Mario Andretti, protagonista del mondiale ’78 in F1 e vincitore di Indianapolis nel 1969. E questo non può che valorizzare ulteriormente lo straordinario successo di Graham Hill, capace di giostrarsi tra i vari campionati senza mai abbandonare la via del successo.

Foto: Pinterest.

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