McLaren vs Red Bull ad Abu Dhabi ma occhio a Mercedes, chi vincerà? Ecco la nostra analisi tecnica prima dell’ultimo appuntamento del mondiale.
Ad Abu Dhabi si deciderà chi sarà il nuovo campione del mondo tra Lando Norris, Max Verstappen e Oscar Piastri. La sfida tra Red Bull e McLaren, però, potrebbe essere perturbata da un’outsider come la Mercedes, pronta a inserirsi nella lotta e potenzialmente a diventarne l’ago della bilancia. Ecco la nostra analisi tecnica sui valori in pista.
Per comprendere come si articola il duello tra McLaren e Red Bull occorre analizzare i tratti del circuito di Yas Marina e osservare come la RB21 e la MCL39 si comportano in ciascun settore. Il primo è caratterizzato da alto carico aerodinamico: curva 2 e curva 3 si percorrono in pieno a oltre 250 km/h, prima della staccata di curva 5 che introduce la prima zona DRS.
Nel cuore del tracciato si trova un rettilineo di 1,2 km, dove efficienza aerodinamica e delta DRS risultano decisivi. L’ingresso in curva 6 prevede una frenata violentissima: da 330 km/h a 70 km/h in poco più di 100 metri. Qui il rischio di bloccaggio è dietro l’angolo e può compromettere tanto il giro secco quanto l’intera gara.
L’ultimo settore assume invece le caratteristiche di un cittadino, con curve a gomito sotto l’hotel Yas Viceroy. È il punto più critico per le gomme, che faticano a raffreddarsi dopo i primi due terzi del circuito. Gli pneumatici posteriori, in particolare, non devono andare in overheating, altrimenti la monoposto perde trazione in modo repentino.
Dove fanno la differenza la RB21 e la MCL39?
La MCL39 di Woking è capace di generare più downforce rispetto a qualsiasi altra vettura della griglia. Ciò consente un’aderenza eccezionale nelle curve a media e alta velocità, ma comporta anche un tallone d’Achille: il drag elevato. Se in Qatar questo limite veniva mascherato dai curvoni veloci, a Yas Marina potrebbe rappresentare un problema, aggravato dal deficit nelle battaglie con DRS.
A complicare il quadro c’è ancora l’eco della doppia squalifica di Las Vegas: un trauma che potrebbe indurre gli ingegneri di Woking a un approccio più conservativo. Controllare l’usura dello skid block potrebbe richiedere sospensioni più rigide e un’altezza da terra maggiore, con una conseguente perdita di carico dal diffusore.
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La RB21, durante la stagione, ha sofferto una disconnessione tra avantreno e retrotreno che la rendeva imprevedibile in ingresso curva. Tuttavia, gli aggiornamenti al fondo e ai sidepods introdotti a Monza e Austin hanno ristabilito l’equilibrio aerodinamico. Nel secondo settore, gli uomini di Milton Keynes potranno quindi sfruttare questo bilanciamento per ottenere lo stesso carico dei papaya con un’ala meno inclinata, sfruttando anche un delta DRS che, secondo i dati, è il più efficace dell’intera griglia.
Il terzo settore, caratterizzato da “stop and go”, si adatta perfettamente alla RB21: grazie alle sospensioni capaci di gestire l’antisquat, la monoposto mette a terra tutta la potenza della power unit Honda senza slittamenti, evitando di surriscaldare il posteriore. Un vantaggio cruciale per Verstappen.
Nonostante i valori mostrino un quadro chiaro per Red Bull e McLaren, Mercedes e Ferrari restano incognite significative, soprattutto la prima. Le condizioni fresche potrebbero esaltare la W16 nel terzo settore, dove potrebbe centrare una seconda fila e, con un colpo di fortuna, persino la prima. La SF-25, invece, potrebbe dire la sua solo nello stesso tratto finale e grazie al solito Charles Leclerc, anche se un podio per la Rossa appare difficile.
Chi sarà la favorita?
In qualifica la lotta sarà serrata, ma la capacità della McLaren di generare rapidamente grip potrebbe dare a Norris e Piastri un vantaggio. In gara, invece, il trend potrebbe invertirsi: con una strategia a singola sosta C3-C4, Verstappen potrà sfruttare la migliore efficienza aerodinamica della RB21, che consuma meno e stressa di meno le C3 rispetto alla MCL39, potenzialmente in difficoltà nel finale di stint.
Al netto di tutti i fattori, la Red Bull è la favorita per la vittoria nell’ultimo GP. Ma in Formula 1 nulla è scontato finché non si taglia la bandiera a scacchi, e Max Verstappen lo sa benissimo.
copertina: RedBullcontentpool.com