La bugia che aprì le porte della Formula 1 a Michael Schumacher

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Scritto da Marco De Gaspari

14 Dicembre 2025

Una risposta non del tutto vera, un giro in bici e un debutto da ricordare. Così Michael Schumacher si prese la sua occasione in F1 a Spa 1991

Agosto 1991. La Formula 1 fa tappa a Spa-Francorchamps, circuito conosciuto come l’Università della Formula 1 per la sua completezza, ma anche per la sua estrema complessità. Eddie Jordan, a capo dell’omonima scuderia irlandese, si trova ad affrontare un problema enorme in vista del weekend di gara. Bertrand Gachot, pilota titolare della Jordan insieme ad Andrea De Cesaris, viene condannato a 11 mesi di detenzione dopo una rissa con un tassista nel centro di Londra, culminata con l’uso di spray urticante. Il belga è quindi costretto a saltare il suo Gran Premio di casa.

La bugia che aprì le porte della Formula 1 a Michael Schumacher

Un’occasione irripetibile

Diversi nomi vengono messi sul tavolo, ma la decisione deve essere presa in fretta, con il rischio concreto di presentarsi a Spa con una sola vettura. Il profilo che inizialmente convince di più Eddie Jordan è quello di un “usato sicuro”: Keke Rosberg, campione del mondo 1982, ritiratosi però dalle corse cinque anni prima. C’è però un altro nome che stuzzica la fantasia del team manager Trevor Foster e del progettista Gary Anderson: quello di un giovanotto tedesco di 22 anni.

Michael Schumacher non è un nome che scalda l’ambiente, anzi. È sconosciuto ai più, nonostante stia ottenendo ottimi risultati nel Campionato Mondiale Sport Prototipi alla guida della Mercedes. Proprio la casa di Stoccarda, che all’epoca non è ancora presente in Formula 1, spinge con insistenza per far debuttare il suo pilota. A rafforzare la candidatura c’è anche il suo manager, Willi Weber, figura chiave nella carriera di Schumacher. Quando Eddie Jordan chiede se Schumacher abbia mai corso a Spa, Weber risponde che ci ha guidato “almeno un centinaio di volte”. In realtà, Michael non aveva mai messo le ruote sul circuito belga.

La bugia che aprì le porte della Formula 1 a Michael Schumacher
La bugia che aprì le porte della Formula 1 a Michael Schumacher

Nonostante le rassicurazioni, Jordan vuole vederci chiaro. Viene organizzato in tutta fretta un test a Silverstone per valutare Schumacher in pista. Il tedesco, senza alcuna esperienza precedente in Formula 1, impiega pochi giri per migliorare il riferimento cronometrico interno del team, guadagnandosi definitivamente l’occasione per poter debuttare in Formula 1.

Come racconterà anni più tardi lo stesso Schumacher, temendo che la Jordan potesse scoprire l’inganno legato alla sua conoscenza del circuito, noleggiò una bicicletta e percorse Spa-Francorchamps curva dopo curva per studiarne la conformazione, preparandosi in anticipo a eventuali domande da parte di tecnici e ingegneri.

La bugia che aprì le porte della Formula 1 a Michael Schumacher
La bugia che aprì le porte della Formula 1 a Michael Schumacher

Un weekend breve ma intenso

Nel paddock sono in pochi a conoscere il nome di Schumacher, e forse anche per questo il suo weekend supera ogni aspettativa, nonostante l’esito finale. Alla guida della Jordan 191, il tedesco lascia tutti a bocca aperta conquistando il settimo tempo in qualifica, alle spalle soltanto dei top team come McLaren, Ferrari e Williams.

Alla domenica, però, la sua gara dura pochissimo. Dopo una buona partenza, Schumacher è costretto al ritiro dopo pochi metri a causa della rottura della frizione. Un peccato, perché la posizione in griglia lasciava presagire un possibile risultato importante. Ma quanto mostrato a Spa non passa inosservato.

La bugia che aprì le porte della Formula 1 a Michael Schumacher

Pochi giorni dopo, Flavio Briatore contatta Willi Weber per chiedere informazioni su Schumacher e valutare un possibile trasferimento in Benetton, da poco diventata una scuderia a tutti gli effetti, e non più soltanto uno sponsor. Il manager italiano ha fiutato l’occasione e non intende lasciarsela scappare.

Schumacher, che con la Jordan non ha firmato un contratto a lungo termine, prende seriamente in considerazione l’offerta. Attraverso un complicato incastro di mercato che coinvolge anche Roberto Moreno, il tedesco saluta la Jordan e approda in Benetton. Il resto, come si usa dire, è storia: con la Benetton Schumacher vincerà i suoi primi due titoli mondiali, entrando di diritto nella categoria dei campioni e dando inizio a una carriera leggendaria. Ma tutto, in fondo, era cominciato da una risposta non del tutto vera e da una bicicletta a Spa.

Foto: F1

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Meolo, Venezia. Classe 2005. Appassionato di sport, scrivo per GPKingdom dal 2024.
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