Alle prime ore dell’alba si è concluso il primo weekend di F1 a Melbourne con una rimonta magistrale di Kimi Antonelli, ma come sono andati gli altri rookies?
Melbourne, 2025 – La realizzazione di un sogno non è mai un percorso lineare, ma una combinazione di opportunità, sacrifici e sfide che riescono ad essere trasformate in lezioni da cui apprendere il massimo per riuscire a scoprire il proprio limite; la somma tra la capacità intrinseca di saper andare oltre la paura del fallimento e quella di essere in grado di tradurre la preoccupazione – che nel corso di notti insonni lascia gli occhi aperti e la testa piena di pensieri – in determinazione, in un fuoco forgiato dalla passione che non considera nessun ostacolo.
Non è da meno il sogno di correre all’interno della Formula 1, dove ogni pilota è stato un rookie, un esordiente alla sua prima stagione portando con sé un bagaglio che contiene i sogni, le vittorie e i timori, ma anche la consapevolezza di dover sfruttare l’opportunità al massimo delle possibilità per potersi garantire un futuro. Una pressione che può fare di un pilota un campione del mondo o distruggere un talento ancora grezzo.

L’obiettivo è sempre lo stesso: partire dal karting per arrivare ad occupare uno dei pochi sedili all’interno del campionato in cui corrono le monoposto più veloci al mondo, sacrificando quella che potrebbe essere considerata come una normale infanzia. Un sogno che chiama in prima linea non solo i giovani talenti, diamanti grezzi e tele bianche che hanno ancora tutto da imparare, ma anche i genitori, i quali spesso, per consentire ai propri figli di realizzare il proprio sogno, sono coloro che mettono in atto i sacrifici più grandi.
Nel corso della 75° edizione del campionato della massima serie, questa sarà la storia di Isack Hadjar in Visa CashApp Racing Bulls, Gabriel Bortoleto in Sauber, Andrea Kimi Antonelli in Mercedes, Ollie Bearman in Haas F1 Team, Liam Lawson – erede del sedile che solo qualche mese fa apparteneva a Sergio Perez e, di Jack Doohan in Alpine, dove l’occhio attento di Flavio Briatore scruterà ogni mossa dell’australiano con l’unico obiettivo di riportare la scuderia di Estone nel posto che una volta apparteneva a Renault.
Circuito di Albert Park, Gran Premio d’Australia 2025
All’inizio della settimana, l’arrivo a Melbourne era carico di aspettative positive in vista del primo weekend di gara dell’anno; le dichiarazioni dei nuovi protagonisti rimanevano equilibrate, ma mai negative. A rovinare i piani delle giovani reclute, ci ha pensato la pioggia che ha colpito il circuito di Albert Park; una difficoltà aggiuntiva e non calcolata che ha portato i nuovi talenti (quasi tutti) a pagare con l’inesperienza.
Isack Hadjar, nuovo arrivo all’interno del team di Faenza, è stato il primo dei sei ad uscire fuori pista nel corso del giro di formazione del Gran Premio d’Australia. Un debutto che non narra la storia che avrebbe voluto raccontare il giovane francese, il quale, uscendo dall’abitacolo della sua monoposto, ha mantenuto il capo chinato per nascondere le sensazioni e i pensieri, che in quel momento stavano riempiendo la sua mente, e forse anche con un pizzico di paura per il suo futuro, conoscendo la gestione passata della squadra satellite di Red Bull.
Nel frattempo, in un’altra parte dell’autodromo, all’interno del box Ferrari del figlio, si trova Anthony Hamilton – testimone dell’episodio che porterà il primo Gran Premio dell’anno ad un secondo giro di formazione e nell’attesa della ripartenza, il britannico, che sa benissimo la crudeltà e la pressione del paddock, raggiunge il pilota 2004, che non ha mai nascosto la profonda ammirazione nei confronti di Lewis, per stringerlo in un abbraccio.

“Appena ho visto cosa è successo a Isak, il mio cuore si è stretto, ho provato subito empatia per lui. È stato davvero triste da vedere” ha dichiarato papà Hamilton. “So quanto sia difficile per questi ragazzi, che iniziano a 8 anni con il sogno di diventare piloti di Formula 1. C’è molta pressione, lungo tutto il percorso. Volevo solo dargli un abbraccio, mi sono comportato da padre”.
Un gesto questo, che è in grado di spiegare quel sentimento viscerale che va oltre la competizione tra le macchine più veloci al mondo, mostrando l’aspetto umano del motorsport. Un gesto che senza ombra di dubbio, Anthony avrà ripetuto centinaia di volte nel corso della carriera del figlio, oggi sette volte campione del mondo, sempre al suo fianco accompagnandolo nel sogno di raggiungere la Formula 1.
L’abbraccio tra il papà di Lewis e Isack Hadjar è qualcosa che va oltre il mero supporto, ma è carico della consapevolezza dei sacrifici e della passione che far parte della massima serie comporta, un’azione che tiene conto del costo pagato per poter essere lì.
Non è stato meglio il weekend di Gabriel Bortoleto con la Sauber. Il pilota brasiliano ha portato in pista la bandiera che inevitabilmente evoca il ricordo di Ayrton Senna, a distanza di nove anni dall’ultimo brasiliano a correre con il team, Felipe Nasr. In qualifica, il campione in carica di Formula 2 ha ottenuto un buon risultato, riuscendo a eliminare Kimi Antonelli nel Q1 e avanzando alla fase successiva. Tuttavia, la gara ha avuto un esito diverso, con un contatto con Liam Lawson che ha costretto i due al ritiro. Nel corso dei primi giri, anche Jack Doohan è andato a muro.
A pagare il weekend più difficile, però, è stato Ollie Bearman, che quest’anno corre come pilota ufficiale per il Haas F1 Team, e non più come riserva. Le esperienze passate del pilota britannico non sono state sufficienti a evitare un fine settimana complicato, iniziato con due incidenti nella prima e nella terza sessione di prove libere, e culminato con un deludente ultimo posto in gara. A contribuire a peggiorare la situazione, durante le qualifiche, i problemi al cambio hanno impedito a Bearman di cercare il riscatto.

In conclusione, il vero MVP tra i rookie risponde al nome di Andrea Kimi Antonelli, numero 12 al volante di Mercedes. A seguito di tre sessioni di libere affrontate con estrema calma per comprendere a pieno il potenziale della monoposto di Brackley, il giovane italiano era stato penalizzato dalla ghiaia in uscita da curva 6 che ha danneggiato il fondo della vettura e impedendo di conseguenza di ottenere una posizione in classifica più alta. Tutto recuperato in gara, al termine della quale, Antonelli ha tagliato il traguardo in quarta posizione, alle spalle del suo compagno di squadra.
È bene notare che le condizioni di questo primo Gran Premio non erano tra le più semplici, tanto da portare anche chi in questo sport c’è già da tempo a fare degli errori di valutazione; si tratta solo del primo atto in condizioni critiche di un’opera composta da 24 parti con ancora molto tempo per cercare di trovare il riscatto del weekend di Melbourne. Occhio a Shangai, allora!
Foto: Formula 1, Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Haas F1 Team.