La presenza degli autovelox sulle strade italiane è ormai una realtà consolidata, ma resta frequente la domanda: come sapere se un autovelox è in funzione? In un contesto in cui la sicurezza stradale è una priorità, comprendere il funzionamento e la gestione di questi dispositivi è fondamentale per ogni automobilista. L’obiettivo è evitare sanzioni e, soprattutto, incentivare la guida responsabile.
L’autovelox è un dispositivo utilizzato dalle forze dell’ordine per il controllo del rispetto dei limiti di velocità stabiliti dal Codice della Strada. Esso può essere sia fisso sia mobile, e si basa su tecnologie differenti per la rilevazione della velocità.
Gli autovelox fissi sono generalmente collocati ai margini della carreggiata all’interno di apposite postazioni, spesso di forma quadrata, contenenti fotocellule laser. Il sistema funziona calcolando il tempo impiegato da un veicolo per attraversare due fasci di luce: se la velocità supera il limite consentito, l’apparecchio scatta automaticamente una fotografia digitale del mezzo, documentando l’infrazione. È importante sottolineare che molte di queste postazioni, pur essendo denominate “fisse”, possono essere spostate, lasciando così contenitori vuoti che dall’esterno non permettono di capire se il dispositivo è attivo o meno.
Gli autovelox mobili, invece, sono basati sulla tecnologia laser e sono conosciuti come telelaser. Questi richiedono la presenza degli agenti di polizia per il funzionamento, in quanto l’operatore deve puntare manualmente il laser sul veicolo da controllare. A differenza dei sistemi fissi, che operano autonomamente, quelli mobili dipendono dalla partecipazione attiva delle forze dell’ordine.
Alcuni modelli più avanzati, come il Telelaser Trucam, associano alla tecnologia laser una registrazione video ad alta definizione, permettendo così di rilevare non solo l’eccesso di velocità ma anche altre violazioni, come l’uso del cellulare o la mancata cintura di sicurezza. Questi sistemi sono efficaci anche in condizioni di scarsa luminosità grazie a flash a infrarossi.
Come verificare se un autovelox è attivo?
Nonostante la diffusa preoccupazione, non esiste un metodo infallibile per sapere al 100% se un autovelox è attivo senza incorrere in rischi. Tuttavia, alcune indicazioni possono aiutare a orientarsi.
La prima e più affidabile fonte di informazioni è il sito ufficiale della Polizia di Stato, che pubblica settimanalmente l’elenco delle tratte stradali dove sono operativi, giorno per giorno, gli strumenti di controllo della velocità. Questo calendario è costantemente aggiornato e include dettagli sulle postazioni fisse e mobili, consentendo agli automobilisti di conoscere in anticipo le aree sottoposte a controllo. Sebbene questo non garantisca la certezza assoluta dell’attività degli autovelox (ad esempio in caso di guasti temporanei), rappresenta la migliore risorsa pubblica disponibile.
Per quanto riguarda gli autovelox fissi, è spesso possibile intuire la loro funzionalità osservando lo stato delle postazioni: apparecchiature malandate, non allineate alla strada o visibilmente abbandonate possono indicare che il dispositivo non è operativo. Tuttavia, non sempre questo criterio è affidabile, poiché un autovelox potrebbe essere attivo anche in condizioni non perfette.
Un altro metodo empirico consiste nel superare il limite di velocità e osservare se l’apparato emette un flash fotografico. È un sistema “tardivo”, perché implica la constatazione dell’infrazione solo dopo averla commessa, ma rimane un segnale evidente della presenza di un autovelox funzionante.
Nel caso degli autovelox mobili, la situazione è più chiara: se è presente una pattuglia di polizia che li utilizza, il dispositivo è sicuramente attivo. La loro operatività dipende dalla presenza degli agenti, quindi un autovelox mobile senza supporto umano non può essere considerato in funzione.
Un recente provvedimento ha rafforzato l’obbligo di segnalazione preventiva degli autovelox, imponendo l’utilizzo di segnaletica luminosa visibile anche nelle ore notturne, per garantire maggiore trasparenza e sicurezza. Questa misura risponde anche a un’esigenza di chiarezza nei confronti degli automobilisti, evitando postazioni “a sorpresa” e contribuendo a una guida più consapevole.
Tuttavia, persistono difficoltà sul campo. Ad esempio, nel comune di Val di Zoldo, nelle Dolomiti bellunesi, l’assenza di autovelox funzionanti a causa della mancata omologazione degli strumenti ha comportato un aumento di comportamenti pericolosi, in particolare da parte di motociclisti. Il sindaco Camillo De Pellegrin ha denunciato la situazione inviando agenti per controlli a campione, ma ha anche espresso preoccupazione per i commenti sessisti e irrispettosi apparsi sui social contro le forze dell’ordine impegnate nei controlli. Questo caso evidenzia come la mancanza di un efficace sistema di rilevamento della velocità possa compromettere la sicurezza stradale e la percezione della legalità.
I sistemi di controllo della velocità in uso in Italia
Oltre agli autovelox tradizionali, in Italia sono utilizzati sistemi complessi come il SICVE (Safety Tutor), che permette di misurare la velocità media su tratti autostradali e stradali più lunghi. Grazie a telecamere poste in punti differenti, il sistema calcola la velocità media tra due rilevazioni, consentendo un controllo più efficace e meno invasivo rispetto ai singoli autovelox.
La Polizia Stradale impiega diversi strumenti per il controllo della velocità, tra cui:
– Autovelox 104/C, 105, 106
– Telelaser e Telelaser Trucam
– Sistemi di misurazione della velocità media (Tutor)
Questi dispositivi sono supportati da una normativa che impone la segnalazione preventiva delle postazioni, garantendo trasparenza e rispetto dei diritti degli automobilisti.