Al centro della narrazione di Easy Rider ci sono due motociclette divenute leggendarie: il chopper noto come Captain America e

Easy Rider, che moto guidavano i due protagonisti: una delle due ha fatto una brutta fine

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Scritto da Francesca Testa

18 Agosto 2025

Il film Easy Rider, diretto e interpretato da Dennis Hopper nel 1969, rappresenta un’autentica pietra miliare nel panorama cinematografico americano e nella cultura giovanile degli anni Sessanta. Racconta il viaggio on the road di due motociclisti, interpretati da Peter Fonda e Jack Nicholson, attraverso gli Stati Uniti, da Los Angeles alla Louisiana, a bordo dei loro iconici chopper. Oggi approfondiamo il ruolo centrale delle moto protagoniste, simbolo di libertà e ribellione, e il loro impatto duraturo nel mondo delle due ruote.

Al centro della narrazione di Easy Rider ci sono due motociclette divenute leggendarie: il chopper noto come Captain America e il bobber chiamato Billy Bike. Entrambi i modelli furono realizzati su base Harley-Davidson Hydra Glide degli anni ‘49, ’50 e ’52, acquistate da aste della polizia americana per 500 dollari ciascuna. I due customizer afroamericani Cliff Vaughs e Ben Hardy furono gli artefici di queste creazioni, che hanno segnato un’epoca nella cultura motociclistica.

Le moto erano equipaggiate con motori Panhead, prodotti da Harley-Davidson dal 1948 al 1965, che rappresentavano l’unica componente originale mantenuta intatta. Tutto il resto venne rimosso o modificato per alleggerire il mezzo e conferirgli un’estetica essenziale e ribelle, tipica dello stile californiano custom. Il progetto originario fu voluto da Peter Fonda e realizzato da Ben Hardy, con cui l’attore aveva collaborato in precedenza.

Nel film, una delle due moto, il chopper Captain America meno utilizzato da Fonda, viene distrutto nella scena finale attraverso un incendio, una sequenza simbolica che ha contribuito a mitizzare questo esemplare. Quella moto fu poi ricostruita da un collezionista, Haggerty, e venduta nel 2001 a John Parham, presidente del National Motorcycle Museum di Anamosa, Iowa. Nel 2014 è stata messa all’asta e acquistata per 1,35 milioni di dollari, un valore che testimonia l’importanza storica e culturale del mezzo.

Easy Rider: un film simbolo della controcultura e del road movie

Easy Rider non è solo un film sulle motociclette, ma un manifesto della cultura hippie e del desiderio di libertà degli anni Sessanta. Ambientato nel contesto culturale del ’68, il film racconta il viaggio di Wyatt (Peter Fonda) e Billy (Dennis Hopper), due motociclisti che attraversano l’America in totale autonomia, lontani dalle convenzioni sociali della società medio-borghese.

Il film ha ricevuto un’accoglienza critica eccezionale, guadagnandosi due nomination agli Oscar (miglior sceneggiatura e miglior attore non protagonista per Jack Nicholson) e vincendo il premio per la miglior opera prima al Festival di Cannes del 1969. È considerato il road movie per eccellenza e rappresenta uno dei massimi esempi di cinema della Nuova Hollywood. L’ambientazione on the road e la rappresentazione della cultura hippie sono arricchite da una colonna sonora rock composta da brani iconici come Born to Be Wild degli Steppenwolf, che ancora oggi è un inno per gli appassionati di motociclismo e libertà.

Il viaggio dei protagonisti non è solo fisico, ma anche metafora della ricerca di un’esistenza autentica, in contrapposizione a una società rigida e poco tollerante. In molte scene, i motociclisti sono guardati con sospetto e ostilità dalle comunità locali, evidenziando il conflitto tra valori tradizionali e nuove forme di pensiero e comportamento.

Dennis Hopper, nato nel 1936 a Dodge City, Kansas, è stato un attore e regista anticonformista, la cui carriera è stata fortemente influenzata dall’esperienza di Easy Rider. Oltre a dirigere e interpretare il film, Hopper si impose come figura di spicco della controcultura cinematografica, con una carriera che include collaborazioni con registi come Francis Ford Coppola e David Lynch.

Il film, nato quasi senza un copione fisso, con dialoghi in parte improvvisati, ha rivoluzionato il modo di intendere il cinema giovanile e la rappresentazione della libertà individuale. La tecnica di montaggio, specialmente nelle sequenze psichedeliche, riprendeva il lavoro artistico di amici come il regista sperimentale Bruce Conner, contribuendo a un linguaggio visivo innovativo e coinvolgente.

Dennis Hopper rimane una figura iconica, non solo per il successo di Easy Rider, ma anche per la sua lunga carriera come attore e regista, fino alla sua morte nel 2010 a Los Angeles. Il suo lavoro continua a essere fonte di ispirazione per cineasti e appassionati di motociclismo.

Le due motociclette di Easy Rider, soprattutto il leggendario Captain America, hanno lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo, influenzando la cultura motociclistica americana e mondiale, e rappresentando un simbolo eterno di ribellione, libertà e spirito di avventura.

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