La giapponese dimenticata

Oggi non la ricorda più nessuno, ma negli anni ’90 era la giapponese più potente: altro che Toyota

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Scritto da Francesca Testa

1 Settembre 2025

Un nome dimenticato che un tempo faceva tremare anche le rivali più famose.

Negli anni ’90, il mondo delle auto giapponesi viveva una delle sue stagioni più intense. I costruttori del Sol Levante si sfidavano a colpi di tecnologia, prestazioni e design, dando vita a modelli entrati nella leggenda. In quell’epoca così fertile, alcuni nomi hanno saputo imporsi con forza, diventando icone riconosciute a livello globale. Eppure, non tutte le protagoniste di quel periodo hanno mantenuto il loro posto nella memoria collettiva.

Il fenomeno delle coupé giapponesi ad alte prestazioni ha lasciato un segno indelebile, alimentato da una cultura automobilistica in continua evoluzione. Le strade giapponesi, europee e americane sono state teatro di un vero e proprio boom, con auto capaci di unire raffinatezza tecnica e spirito sportivo in modo unico. Tuttavia, tra le tante leggende celebrate ancora oggi, alcune sono scivolate nell’oblio, pur avendo offerto soluzioni sorprendenti.

Non è raro che il successo di un modello venga oscurato dalla fortuna commerciale o dal marketing più aggressivo dei suoi concorrenti. La memoria collettiva tende a selezionare, spesso ingiustamente, chi merita di essere ricordato. E così, mentre alcune sportive nipponiche continuano a dominare raduni, mercati dell’usato e social network, altre restano ai margini del racconto ufficiale, in attesa di essere riscoperte.

In certi casi, il destino di un’auto si gioca tutto sulla percezione pubblica più che sui dati tecnici. Ciò che oggi viene osannato come capolavoro, all’epoca poteva passare inosservato. La storia dell’automotive è piena di queste parabole inaspettate, dove modelli all’avanguardia vengono dimenticati per anni prima di tornare alla ribalta tra collezionisti e appassionati.

Una tecnologia avanti coi tempi

Nel cuore di quella stagione memorabile, una coupé giapponese sfidava le regole del gioco con una combinazione di innovazione e ambizione. Progettata per rivaleggiare con le granturismo europee, offriva una dotazione tecnica inarrivabile per i suoi tempi. Non si limitava alle alte prestazioni: integrava soluzioni ingegneristiche che anticipavano concetti oggi dati per scontati, come le quattro ruote sterzanti o le sospensioni attive.

Iconica Mitsubishi 3000GT
Iconica Mitsubishi 3000GT (Depositphotos foto) – www.gpkingdom.it

Questa vettura non seguiva la filosofia delle sue rivali più celebrate: non puntava solo sulla potenza bruta, né sulla leggerezza estrema. Al contrario, si proponeva come una sintesi raffinata tra comfort, guida dinamica e sofisticazione tecnica. Un equilibrio difficile da ottenere, che oggi ne rappresenta uno dei principali motivi d’interesse per chi cerca pezzi unici e dimenticati del passato.

Una rivincita silenziosa e inattesa

Come riporta anche autoblog.it, si trattava della Mitsubishi 3000GT, lanciata nel 1990 e capace di sfidare con coraggio icone come la Supra, la RX-7 e la NSX. La sua versione più avanzata, la VR-4, offriva un V6 biturbo da 320 CV, trazione integrale, sistemi aerodinamici attivi e un comportamento stradale all’avanguardia. Nonostante il peso elevato, la sua guidabilità era sorprendente per l’epoca, grazie a una meccanica complessa ma estremamente efficace.

Oggi, questa coupé è al centro di una rivalutazione storica. Modelli ben conservati vengono scambiati tra i 12.000 e i 25.000 dollari, attirando l’interesse dei collezionisti e riportando alla luce un progetto che, a suo tempo, fu troppo avanti per essere compreso appieno. Anche la sua gemella americana, la Dodge Stealth, ha contribuito a diffondere il mito oltreoceano, consolidando un’eredità rimasta troppo a lungo in ombra.

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