Parcheggiare in direzione opposta al senso di marcia è una pratica frequente ma spesso fraintesa dagli automobilisti italiani. La normativa vigente disciplina con chiarezza come e dove è consentito lasciare il veicolo in sosta, punendo severamente chi viola le regole. Vediamo cosa prevede il Codice della Strada e quali sono le conseguenze per chi effettua un parcheggio contromano.
Il Codice della Strada stabilisce che le aree destinate alla sosta devono essere collocate preferibilmente fuori dalla carreggiata, in modo da non ostacolare la circolazione. Le zone di parcheggio sono segnalate da apposita segnaletica verticale e orizzontale. In particolare, il cartello rettangolare blu con la lettera “P” bianca indica l’area riservata, mentre le strisce dipinte sull’asfalto delimitano i singoli posti auto.
Le strisce di delimitazione possono essere di diversi colori:
– bianco per parcheggi liberi,
– azzurro per quelli a pagamento,
– giallo per stalli riservati, come quelli per invalidi o mezzi pubblici.
È fondamentale che il veicolo sia parcheggiato completamente all’interno di queste linee, incluse le ruote, senza sporgere in aree non destinate alla sosta.
In assenza di stalli delimitati, il parcheggio è consentito solo dove non si invade la carreggiata e non si creano pericoli o intralci, sempre evitando punti critici come curve, dossi, incroci, semafori, binari o passaggi a livello. La sosta è vietata anche sulle piste ciclabili e in ogni altra zona segnalata come vietata.
Il parcheggio contromano è vietato: cosa dice la legge
La risposta ufficiale alla domanda “È legale parcheggiare in direzione opposta al traffico?” è un netto no. Il cosiddetto “parcheggio contromano” è esplicitamente vietato dall’articolo 157, comma 2, del Codice della Strada, che prescrive: “Il veicolo deve essere collocato il più vicino possibile al margine destro della carreggiata, parallelamente ad esso e secondo il senso di marcia”.
In pratica, nelle strade a doppio senso di circolazione si può parcheggiare solo sul lato destro, mentre nelle strade a senso unico la sosta è ammessa sia a destra che a sinistra, ma in ogni caso con il veicolo rivolto nel senso della marcia.
La violazione di questa norma comporta una sanzione amministrativa che varia da 42 a 173 euro. La multa può essere ridotta del 30% se pagata entro cinque giorni dalla notifica.
Anche se presente uno stallo delimitato, sia esso a pagamento o libero, non è consentito parcheggiare contromano. Il rispetto del senso di marcia è un obbligo inderogabile.
Un punto di possibile confusione riguarda il parcheggio sul lato sinistro della carreggiata. L’unica eccezione ammessa dal Codice riguarda le strade urbane a senso unico, dove si può parcheggiare anche a sinistra purché rimanga uno spazio minimo di almeno tre metri per il transito dei veicoli.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14883 del 27 marzo 2017, ha confermato la rigidità di questa disposizione, respingendo ricorsi di automobilisti multati per parcheggio contromano. Nel caso specifico, un automobilista che aveva parcheggiato contromano e successivamente opposto resistenza a pubblico ufficiale è stato condannato, sottolineando come la legge non consenta deroghe e sottolineando l’importanza del rispetto delle norme per la sicurezza stradale.
Come contestare una multa per parcheggio contromano
Per chi ritiene ingiusta la sanzione, il Codice della Strada prevede due possibilità di ricorso: al Giudice di Pace o al Prefetto.
- Il ricorso al Giudice di Pace deve essere presentato entro 30 giorni dalla notifica della multa, accompagnato dal pagamento di un contributo unificato variabile in base al valore della causa.
- Il ricorso al Prefetto può essere proposto entro 60 giorni dalla notifica, senza necessità di versare alcun contributo.
Le modalità per presentare il ricorso includono la consegna diretta agli uffici competenti, l’invio tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o tramite Posta Elettronica Certificata (PEC). Il Prefetto deve rispondere entro 120 giorni, e in caso di mancata risposta si applica il silenzio-assenso, cioè il ricorso si considera accolto.