In questi casi puoi correre quanto vuoi o quasi. Arrivano limiti molto più permissivi del solito.
In Europa si sta aprendo un nuovo capitolo per quanto riguarda i limiti di velocità sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali. Diverse nazioni stanno rivedendo le proprie normative per consentire velocità più elevate, in una tendenza che potrebbe ridisegnare il modo in cui si viaggia sulle arterie principali del continente. L’esperimento più avanzato arriva dalla Repubblica Ceca, mentre altri Stati membri come Paesi Bassi e Italia stanno già valutando l’innalzamento dei limiti. In questo contesto, la situazione italiana e quella spagnola appaiono ancora prudenti, ma il dibattito è aperto.
Non esiste una normativa unificata in materia di limiti di velocità nell’Unione Europea, poiché la competenza rimane di esclusiva responsabilità di ciascuno Stato membro. Questo spiega la grande varietà di regolamenti vigenti, che vanno dall’assenza totale di limiti in certi tratti tedeschi dell’Autobahn, fino a limiti rigidissimi come in Estonia, dove sulle autostrade non si può superare 90 km/h. In Svizzera si prospetta addirittura una riduzione a 80 km/h sulla base delle condizioni climatiche e del traffico, un esempio di rigore inusuale in Europa.
Nel mezzo troviamo l’Italia e la Spagna. L’Italia ha recentemente proposto di portare il limite massimo a 150 km/h in tratti selezionati delle sue autostrade, come dichiarato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha sottolineato come questa velocità sia più adeguata alle infrastrutture e ai veicoli moderni. La Spagna mantiene un limite generale a 120 km/h, ma con un numero crescente di tratti ridotti a 100 km/h per ragioni di sicurezza, superando però Paesi come Svezia e Norvegia, dove il massimo è tra 100 e 110 km/h.
Nel frattempo, Paesi come Polonia e Bulgaria hanno già introdotto limiti fino a 140 km/h in molti tratti autostradali, mentre Croazia, Slovacchia, Romania, Lussemburgo, Slovenia, Ungheria, Grecia e Austria fissano i limiti generalmente a 130 km/h.
Un paese su tutti ha un’idea davvero rivoluzionaria…
La notizia più significativa arriva proprio dalla Repubblica Ceca, dove il Governo ha approvato un progetto pilota per aumentare il limite massimo a 150 km/h su un tratto di 50 chilometri dell’autostrada D3, che collega Praga a Linz, in Austria. Questa misura entrerà in vigore a fine settembre 2025 e sarà supportata da segnaletica variabile elettronica, che potrà abbassare automaticamente il limite a 130 km/h in caso di condizioni meteo avverse come pioggia, nebbia o scarsa visibilità.
L’iniziativa si basa su un approccio dinamico e condizionato alla sicurezza, con l’obiettivo di migliorare la fluidità del traffico senza compromettere la protezione degli utenti. Se il test avrà successo, il Governo ha già annunciato l’estensione di questo limite più elevato ad altri importanti tratti autostradali, come la D1 verso Ostrava e la D11 in direzione Hradec Králové, con l’intenzione di rendere permanente la nuova soglia, sempre tenendo come priorità la sicurezza stradale.
Puoi dire addio ai vecchi limiti – www.GP.Kingdom.it
Anche i Paesi Bassi hanno recentemente aumentato il limite massimo su alcune autostrade a 130 km/h, inserendolo in un piano più ampio di miglioramento della mobilità. Questa scelta dimostra una tendenza di alcuni Stati europei a favorire una maggiore libertà di movimento e a riconoscere l’efficienza delle infrastrutture più moderne.
In Spagna, invece, l’orientamento attuale sembra essere più restrittivo. La Direzione Generale della Circolazione o DGT e il Governo insistono nel considerare la velocità elevata come la principale causa di incidenti mortali sulle strade nazionali. Di conseguenza, l’ipotesi di aumentare i limiti generali oltre i 120 km/h appare remota nel breve termine, con un’attenzione sempre maggiore alle zone dove si riducono i limiti a 100 km/h per migliorare la sicurezza. Questa divergenza di strategie riflette la complessità politica, sociale e tecnica di un tema che continua a dividere opinioni e Stati all’interno dell’Unione Europea, ma che sicuramente vedrà nei prossimi anni ulteriori sviluppi e confronti.