“C’è fuori un casco! È il casco di Marco Simoncelli!
C’è Simoncelli in mezzo alla pista!
Mio dio, fermi! Fermi! Bandiera rossa!”
D’improvviso un vento freddo.
Guido Meda e Loris Reggiani non ci credono.
Doveva essere una gara come le altre, anzi nemmeno. Doveva essere una noiosa gara di fine mondiale: Stoner aveva già stravinto quel campionato, e l’unica motivazione era data da quel ragazzo ricciolino che inseguiva la sua prima vittoria.
Marco Simoncelli.
Ecco, Marco.
36 anni quest’oggi.
❤️Lui e la sua moto, un binomio unico che solo la morte ha separato.
Lui non voleva staccarsi dalla Sua Honda, dal Suo 58, dalla Sua sella.
E forse, ci viene da pensare che nemmeno la morte abbia separato quei due, ma che abbia solo spostato Marco e la sua moto un po’ più su, sopra le nostre teste, dove si trova quel misterioso posto chiamato Paradiso.
E sapete, col senno di poi non sono così convinto che Dio sia stato così contento di chiamare Marco lassù: con tutto il casino che fa, diobò…
🕊️L’unica persona che, per essere ricordata, non ha avuto bisogno del “minuto di silenzio”, ma del “minuto di rumore”, con tutte i motori che suonavano in coro per te per commemorarti.
Caro Sic, se solo non fossi stato così testardo e avessi mollato quella moto… chissà quante volte ci pensa papà Paolo la notte.
Testardo e casinista, Marco… ma forse è nei tuoi difetti che ti abbiamo amato, che ti amiamo e che ti ameremo per sempre.
Buon compleanno, Marco, e vedi di non fare troppo chiasso lassù.