Se nel 2024 fu la redenzione, ora il pilota della Williams dovrà affrontare un Gran Premio del Messico tutt’altro che semplice: ecco i motivi
A volte, cancellare e voltare pagina non è mai facile. È proprio questo il caso di Carlos Sainz, il quale arriva al Gran Premio del Messico in programma domenica 26 ottobre con il morale a terra dopo il contatto con Kimi Antonelli ad Austin, che gli è costato il ritiro e una sanzione di cinque posizioni di penalità da scontare in griglia all’Autodromo Hermanos Rodriguez questa domenica.
Il pilota spagnolo, già provato dall’errore che ha rovinato la sua gara e quella del giovane italiano, dovrà vedersela con un circuito esigente come quello di Città del Messico, dove l’altitudine e le curve veloci rendono fondamentale ogni giro di allenamento. Ma… l’allenamento, in questo caso, sarà più breve.
Niente FP1 per Sainz in Messico: il motivo
A complicare ulteriormente il weekend di Sainz ci sarà infatti la mancata partecipazione alla sessione di FP1, che sarà invece affidata al giovane talento britannico Luke Browning. Il pilota della Williams Racing Academy guiderà la FW47 nelle prime libere, offrendo preziose informazioni al team, ma privando Sainz della possibilità di raccogliere dati fondamentali per il setup e l’adattamento alla pista.
In combinazione con la penalità in griglia, questo rende il weekend del Matador una vera sfida: dovrà recuperare terreno in fretta nelle FP2 e FP3 per trovare confidenza con la monoposto e cercare di limitare i danni in qualifica, dato che un posizionamento dal 14° posto in giù lo porterebbe a partire ultimo in classifica.
Per Sainz, il ritorno da vincitore in Messico si preannuncia quindi un test ancor più difficile per potersi riscattare: se da una parte per Browning si tratta di una delle pochissime occasioni per farsi vedere al grande pubblico, dall’altra lo spagnolo perderà tempo (e posizioni) che sarebbero state utili a cercare il riscatto dopo Austin.