Incredibile scenario dopo il mondiale SBK: Bulega minacciato di morte, Bagnaia insultato sotto al post del matrimonio
Chi segue il mondo di GPKingdom da tempo lo sa benissimo: di fronte a questi episodi, non restiamo mai in silenzio. Siamo sempre contro i fischi, di qualsiasi colore siano: purtroppo, in Italia abbiamo la brutta abitudine di fischiare chi “non ci piace” sotto al podio, una piaga che dovremmo curare, dal momento che ogni volta ci fa fare una brutta figuraccia in tutto il mondo.
Questa volta, però, dopo l’episodio Toprak-Bulega in SBK si è superato ogni limite. Ogni limite.
Bulega-Toprak: un weekend concluso malissimo
Andiamo con ordine: Bulega stende involontariamente Toprak nella Superpole, tenendo il titolo mondiale aperto anche all’ultima Gara-2. Nicolò viene fischiato al parco chiuso, e ci si immagina che tutto finisca lì. Iannone risponde ai fischi, mentre Bulega mostra il “pollice”, ma nulla di più. Vero?
Nulla di più sbagliato: queste scene erano soltanto la punta dell’iceberg. Il papà, la fidanzata, Nicolò stesso vengono invasi da minacce di m*rte. Senza vergogna e senza pietà viene anche anche fatto il nome di Marco Simoncelli, scomparso esattamente 14 anni fa, il 23 ottobre 2011.
Alla fine, in Gara-2 Toprak vince comunque il mondiale, chiarendosi anche con Bulega, con Nicolò che, elegantemente, si scusa. Ci si immagina dunque che sia stato un bruttissimo episodio, ma che almeno la vittoria metta a tacere questi commenti.
Di nuovo, invece, la situazione sarebbe ancor più precipitata.
Anche Bagnaia nel mirino di questi “individui” il motivo
Nicolò fa un comunicato ufficiale dove spiega la situazione: Pecco Bagnaia, tre volte campione della MotoGP, lo condivide nelle sue storie a sostegno di Bulega.
Alcuni “individui” (non definibili persone) di nazionalità prevalentemente turca, riempiono il post del matrimonio di Pecco e Domizia insultando il pilota di Chivasso, soltanto per aver condiviso il comunicato. Scene che sanno di far west, e che meriterebbero provvedimenti esemplari. Scene che devono fare riflettere tutti, nessuno escluso, ricordandoci che sotto il casco ci sono ragazzi che rischiano la vita.