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Il fatidico incidente di Lorenzo Bandini: il disastro a Monaco ’67

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Scritto da Walter Izzo

17 Dicembre 2025

La tragedia che costò la vita a Lorenzo Bandini nel GP di Monaco 1967: la ricostruzione dell’accaduto e la storia del pilota Ferrari

Lorenzo Bandini e il motorsport. Una vita intera passata sulle vetture, quelle belle e classiche degli anni ’50-’60, che si è tragicamente spenta proprio su una monoposto. E non su una monoposto qualunque, poiché il pilota italiano ha purtroppo perso la propria vita su una Ferrari.

Lorenzo Bandini e la storia tragica di Monaco 1967: qui la sua biografia e il racconto dell’accaduto

E neppure in un circuito qualunque, bensì proprio sulla pista più storica ed iconica del circus: Montecarlo. Ma com’è stato possibile? Perché quell’incidente è così importante ma poco ricordato storicamente?

Dall’officina alla vittoria in Mille Miglia: la vita di Bandini

Lorenzo Bandini, nato a Barce nel 1935 (Libia, ma all’epoca colonia italiana) ma emigrato nel 1941 con la sua famiglia in Emilia-Romagna a San Cassiano di Brisighella in piena guerra, inizierà la propria la carriera in F1 studiando come meccanico.

Lorenzo Bandini e il suo fatale incidente a Monaco 1967: una carriera nel circus avviata inizialmente come meccanico

Dopo un’istruzione superiore all’Istituto tecnico-professionale di Reggiolo, all’età di soli 15 anni, nel 1950, Bandini lascerà la propria famiglia trasferendosi a Milano, lavorando per la prima volta assoluta in un’officina. E’ questo il primo segnale che fa scattare la scintilla e l’amore per i motori.

Lorenzo quindi, sostenuto enormemente dal proprietario dell’officina Goliardo Freddi (il quale diventerà in quegli anni persino suo suocero), decide di osare alla guida: il 10 giugno 1956 sarà la data del debutto ufficiale nella corsa di Castell’Arquato-Vernasca, in Emilia.

La prima di tante esibizioni su modelli FIAT di proprietà di suocero Goliardo che caratterizzano il biennio 1956-1957, con tante soddisfazioni ottenute (condite da podi e vittorie) in esibizioni locali e gare provinciali. Nel 1958 però, Lorenzo capisce che per il grande sogno chiamato F1 bisogna alzare l’asticella: ecco dunque la prima partecipazione alla Mille Miglia di classe 1100 Gran Turismo. Risultato? Alla guida della Lancia Appia Zagato, Bandini trionfa.

L’ingresso in F1 e il sogno Ferrari

Il 1961 è finalmente l’anno del grande salto: Lorenzo Bandini entra in F1. Ad ingaggiarlo è la Scuderia Centro Sud guidata dall’imprenditore romano Guglielmo Dei, detto Mimmo.

Lorenzo Bandini e la sua vita: qui alla guida della Ferrari 312/67, suo sogno

E’ lui infatti il primo a scommettere sul talento dell’italiano, a lungo in ballottaggio con Giancarlo Baghetti per un posto in Ferrari, con quest’ultimo ad aver la meglio. Nel 1962 però, sarà lo stesso Enzo Ferrari ad incoronare il sogno di Bandini: un contratto per guidare la Rossa per la stagione 1963 è sul tavolo di Lorenzo, il quale chiaramente accetta. Un sogno che si realizza.

Proprio in quell’anno, Bandini fece registrare anche una clamorosa vittoria alla 24H di Le Mans: lui e l’altro italiano Ludovico Scarfiotti portano il Belpaese per la prima volta sul gradino più alto nella gara più prestigiosa del motorsport.

A ciò si aggiunse, un anno più tardi nel 1964, il primo (e unico) acuto anche in F1, con un trionfo della sua Ferrari in Austria, allo Zeltweg. A ciò seguiranno, tuttavia, numerose gare sfortunate, specialmente nella stagione ’66: malgrado due solidi podi a Montecarlo e Spa, Bandini ha l’opportunità di vincere per ben tre volte, a Reims (Francia), Monza e Watkins Glen (USA), ma a causa di vari problemi di affidabilità all’acceleratore e al motore non riesce a concludere i GP.

L’ultima corsa: Montecarlo 1967

Bandini, attivissimo anche oltre la F1, iniziò la stagione ’67 nel migliore dei modi, conquistando (in seguito alla 24H di Le Mans) anche la 24H di Daytona. Nel circus invece, alla guida di Ferrari, la sua stagione iniziò a Monaco: sulle stradine del Principato, purtroppo, Bandini non avrebbe mai immaginato che quella sarebbe stata la sua prima e ultima gara del 1967.

Lorenzo Bandini e la sua vita: qui alla guida della Ferrari 312/67 a Montecarlo

Il momento decisivo della gara non si rivelerà tanto nell’incidente mortale, bensì nelle prime fasi: in partenza, Bandini sopravanza Jack Brabham prendendo la leadership, con quest’ultimo che accusa ingenti problemi al motore, scaricando olio in pista. E quell’olio si accumulerà sotto la vettura di Lorenzo, il quale più volte sarà costretto a salvare la sua Ferrari sbandando, perdendo anche la prima posizione della gara.

Al giro 82 di 100 (oggi la gara di Monaco ha una durata di 78 giri), l’episodio fatale. Bandini all’uscita del tunnel perde totalmente il controllo della sua F312/67, colpisce una colonnetta di ormeggio delle navi non protetta e finisce contro delle balle di fieno, causando un principio d’incendio.

Il botto è violentissimo e le fiamme divampano dalla macchina di Lorenzo, il quale sarà soccorso con estremo ritardo dagli steward a bordo pista. Anche quell’eccessivo ritardo (dovuto al fatto che gli steward stessi credessero che Bandini fosse già sceso dalla macchina) gli costerà la vita, che si spezzerà definitivamente qualche giorno dopo, il 10 maggio 1967, senza che avesse mai ripreso conoscenza.

Un finale tragico di un pilota estremamente veloce e al contempo decisamente sfortunato, che ci ricorda quanto la sicurezza non possa mai passare in secondo piano. Il suo nome, in ogni caso, è nella leggenda per i suoi titoli e specialmente per la sua passione per il motorsport: da un’officina di automobili alla F1, passando per le vittorie a Daytona e Le Mans. Un esempio vero.

Foto: Wikipedia.org

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Classe '04, nato a Napoli e residente in Campania, scrivo per GPK dall'ottobre 2023. Appassionato del Motorsport, del calcio, tennis, amo scrivere sulla F1. Studio all'Università di Napoli "L'Orientale".
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Walter Izzo

Classe '04, nato a Napoli e residente in Campania, scrivo per GPK dall'ottobre 2023. Appassionato del Motorsport, del calcio, tennis, amo scrivere sulla F1. Studio all'Università di Napoli "L'Orientale".

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