Tutti conoscono Agostini come il pilota di moto più vincente di sempre, ma in pochi sanno della sua fase automobilistica: ecco cosa successe e i risultati che ottenne
Giacomo Agostini è l’icona per eccellenza delle due ruote: 15 campionati del mondo, 123 Gran Premi vinti e 10 Tourist Trophy conquistati fanno di lui il più grande pilota di moto di sempre. Tuttavia, questi risultati, oltre che della sua strepitosa velocità, sono anche frutto della sua immensa passione. Proprio agli inizi della sua carriera, infatti, Giacomo Agostini ricevette una proposta parecchio allettante da Enzo Ferrari, che rischiò di allontanarlo dalla sella della sua amata MV Agusta.
Giacomo Agostini e Ferrari
Era il periodo di pausa dei campionati tra il 1966 e il 1967 e il pilota ventiquattrenne nativo di Brescia era reduce dalla vittoria del suo primo titolo: quell’anno, infatti, si era classificato primo nella Classe 500 e secondo nella 350. Ma proprio quando Agostini stava cominciando a trionfare in moto venne convocato a Modena da Enzo Ferrari per provare la Ferrari Dino 206 S Berlinetta. Dopo quel test arrivò la proposta di ingaggio, ma, come dichiarato dallo stesso pilota in diverse interviste realizzate negli ultimi anni, il suo cuore apparteneva alle due ruote.
Rifiutata quella proposta della scuderia di Maranello, Giacomo Agostini ebbe un’altra opportunità nel mondo delle corse automobilistiche: era il 1978 e il pilota ormai trentacinquenne si era appena ritirato dal motomondiale, ma la sua avventura non poteva terminare così.
Agostini e la fase automobilistica
Decise dunque di prendere parte al campionato di F2 alla guida di una Chevron B42 motorizzata BMW, per poi passare con Williams al Campionato Britannico di F1 (Formula 1 Aurora) per le due stagioni successive. I risultati ottenuti da Agostini in Gran Bretagna si limitarono a 7 podi, senza però mai riuscire a salire sul gradino più alto.
Oggi Giacomo Agostini è ricordato come il più grande motociclista della storia e su di lui sono stati girati documentari e scritti libri, ma nonostante questo in pochi si ricordano di quando quasi arrivò in F1.
Foto: Giacomo Agostini