ESCLUSIVA – Il regista di AGO: “Cereghini dice che Giacomo ai suoi tempi era più famoso del Papa”

di Giulia Amari

L’intervista di GPKingdom al regista di AGO, il nuovo documentario sulla vita della leggenda motociclistica Giacomo Agostini

Giacomo Agostini è l’icona per eccellenza del motociclismo: il 15 volte campione del mondo è il pilota più titolato nella storia del motomondiale, con 123 Gran Premi vinti e 10 Tourist Trophy conquistati. La sua storia da oggi fino a mercoledì 12 verrà proiettata sul grande schermo con un documentario, con inoltre anche la possibilità di incontrare di persona la leggenda italiana (QUI l’elenco di tutte le sale in cui sarà disponibile).

ESCLUSIVA - Il regista di AGO: "Cereghini dice che Giacomo ai suoi tempi era più famoso del Papa"
ESCLUSIVA – Il regista di AGO: “Cereghini dice che Giacomo ai suoi tempi era più famoso del Papa”

Dal 29 marzo, invece, sarà disponibile su Sky. Noi del team di GPKingdom abbiamo avuto il privilegio di scambiare due chiacchiere con Giangiacomo De Stefano, regista del documentario.

L’incontro con Giacomo Agostini

GA: “Quando è nata l’idea di scrivere un documentario sulla vita di Giacomo?”

GDS: “L’idea di questo documentario nasce un paio di anni fa da Giorgio Bungaro, un giornalista esperto di automobilismo e motociclismo. Dopo che ho creato un documentario su Gilles Villeneuve per la Rai, mi chiese di andare a fare due chiacchiere con con Giacomo Agostini e quindi siamo andati.

Giacomo è stato, come nella sua natura, estremamente gentile, però questa gentilezza non andava oltre al ‘va bene, se volete fare un documentario o un film fatemi sapere’. Dopo questo incontro abbiamo lavorato per scrivere il progetto, per trovare i fondi: ad un certo punto, quando Giacomo ha capito che era una cosa seria, ci ha dato una mano fondamentale sia facilitando la parte delle riprese, sia nel per quanto riguarda il reperimento di alcuni archivi.

Tra l’altro alcuni archivi sono inediti e sono degli archivi dell’inizio della sua carriera, che non si sono mai visti. Altri, invece, editi ma dal costo elevato, in cui Giacomo ha fatto un’intercessione personale in modo tale che ci venissero dati a costi calmierati, perché la nostra è una produzione indipendente.”

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Il documentario sulla carriera di Giacomo Agostini da oggi al cinema: ecco l’intervista al regista

GA: “Quindi Giacomo l’hai conosciuto nel momento in cui è nata l’idea di questo documentario?”

GDS: “Personalmente l’ho visto tanti anni fa, non ricordo in che occasione, ma avevo avuto modo di scambiare due battute. Però sì, l’ho conosciuto davvero in questa occasione. Giacomo è una persona che ti sorprende, ti sorprende per la vitalità, per l’energia e per la resistenza. […] Al di là del talento del motociclista, ha una grandissima capacità di stare, di fare, di non di stancarsi mai. Quando noi dietro arranchiamo Giacomo Agostini è lì, brillante, con la sua giacca, che firma autografi ed è sempre estremamente gentile e sorridente. Ed un’altra cosa che mi è piaciuta tanto è che è una persona che ama la vita.”

Un documentario a tutto tondo

GA: “Ma come mai i vari personaggi che appaiono nel documentario parlano sempre bene di Agostini?”

GDS: “No, io non penso che sia un documentario che parla solo bene di Giacomo Agostini. Sicuramente non si può non parlare bene delle sue imprese sportive, però secondo me all’interno c’è proprio il dramma dato da quel tipo di gara. Io credo che ci sia nel finale una sua confessione: quando lui ha smesso di correre dice ‘siamo giovani, ma per questo mestiere siamo vecchi’ ed è chiaro che gli ultimi anni della sua carriera siano stati gli anni più difficili, perché arrivarono altri piloti, che volevano usurpare il suo trono.

Poi, però, per lui è difficile anche quando parla della morte di Pasolini e Saarinen a Monza nel ’73. Si vede che c’è del dolore.

Agostini e Pasolini
Agostini e Pasolini, a colloquio tra loro

Giacomo Agostini, pioniere della sicurezza in pista

GA: “Nel documentario sembra che Giacomo Agostini sia stato dei pionieri della sicurezza in pista. Mi racconti meglio questo aspetto?”

GDS: “Nonostante Giacomo spesso dice che quello era il suo mestiere e che purtroppo non poteva farci niente niente se succedeva un incidente, lui a un certo punto si pone il problema della sicurezza. A partire dalle tute, che lui vuole che vengano realizzate in una certa maniera, ai caschi integrali.

Ma poi anche la clinica mobile nasce con AGV, ma anche con il dottor Costa e Giacomo Agostini. Serve avere qualcuno che intervenga subito, non che una barella improvvisata ti porti nell’ospedale più vicino. […] Giacomo Agostini dice che ci vuole un pronto intervento, perché probabilmente nei primi minuti si possono salvare delle vite oppure si può fare in modo che una persona non perda l’uso delle gambe, ad esempio. Insomma, Giacomo è stato fondamentale da questo punto di vista.

Il documentario non racconta solo le vicende sportive, ma anche il significato della vita di Giacomo Agostini prima di tutto per il mondo del motociclismo. E come dice Nico Cereghini, negli anni ’60 e ’70 Agostini era più famoso del Papa.”

Foto: Giangiacomo De Stefano, Giacomo Agostini

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