Carlo Vanzini ha parlato senza mezzi termini della situazione di Ferrari: “Non siamo noi ad aver promesso il mondiale, ma loro”
La crisi di Lewis Hamilton sembra ormai essere certificata: dopo il sesto posto ottenuto in Spagna, complice anche il sorpasso di Nico Hulkenberg, l’inglese non si è riuscito ad ambientare in Ferrari.
Una crisi della quale ne ha parlato anche Carlo Vanzini, commentatore italiano della Formula 1, il quale ha voluto ricordare e sottolineare le premesse della vigilia.
Le parole di Carlo Vanzini
Così ha esordito Carlo Vanzini sul suo canale YouTube: “Poi c’è un tema… Hamilton. Hamilton. Hamilton. Che succede con Hamilton?”
“L’ho detto anche in altri video, alla vigilia del campionato: questi video mi servono anche come testimonianza, perché non è che cambio idea strada facendo. Ho sempre sostenuto che l’arrivo di Hamilton in Ferrari avrebbe rappresentato un grande passo avanti in termini di mentalità, energia e metodo di lavoro. Ma ho anche sempre avvertito di stare attenti all’effetto boomerang. Perché l’esaltazione, se poi non è supportata dai risultati, rischia di ritorcersi contro.”
Vanzini: “Noi esaltavamo Ferrari? Macchè: erano loro stessi!”
“Questo lo dicevo non da detrattore, ma partendo dal presupposto che la Ferrari si sarebbe trovata a lottare per il campionato, per entrambi i titoli. Non lo dicevano i media, come sostiene Sir Lewis, lo dicevano loro stessi. È tutto verificabile: basta andare su Google e leggere le dichiarazioni di piloti e team principal del 20 febbraio. Quindi lasciamo stare il classico scaricabarile, non erano quegli str*nzi dei giornalisti: i proclami venivano dall’interno del team.”
“Alla luce di quelle aspettative, mi ero immaginato una stagione con un Leclerc protagonista in lotta per il campionato o per le vittorie, almeno nella prima parte, e con Hamilton lì dietro a lottare per i podi. E in un certo senso questo sta accadendo, ma con delle proporzioni ben diverse: oggi Leclerc lotta per essere quarto o quinto, e Hamilton due posizioni più indietro. E quando ti trovi su una pista come Barcellona, dove Lewis ha fatto sei pole e sei vittorie, ma parte quinto e arriva sesto, mentre il tuo compagno parte settimo e chiude terzo, è chiaro che qualcosa non va.”
“Certo, bisogna anche dare le attenuanti: la macchina ancora non la conosce al 100%, non riesce a gestirla al meglio. Ma ormai siamo a un punto in cui è legittimo porsi delle domande. Quello che doveva essere un anno trionfale, con un Hamilton simbolo della rinascita Ferrari, oggi sembra tutt’altro. Anche perché, come lo conosco io, Hamilton è uno che se non sa cosa rispondere, semplicemente non risponde. Ma così, così distante, così poco coinvolto, non l’avevamo mai visto.”
“È presto per dirlo, ma sembra di rivedere il film già visto con Vettel. Leclerc, che ha già sostituito Raikkonen (ultimo campione del mondo in Ferrari) e ha messo in difficoltà un quattro volte iridato, oggi sembra avviato a fare lo stesso con un sette volte campione del mondo.”
“Poi, magari mi sbaglio, e spero di sbagliarmi. L’ho detto anche in altri video: se la Ferrari fosse stata una macchina da 1-2 fisso, allora Hamilton l’avremmo visto subito protagonista. Ma se invece è una macchina da secondo-quarto, secondo-terzo, secondo-quinto, in base alla pista… allora sarebbe stato più in difficoltà.
E oggi vediamo che la macchina, purtroppo, non è nemmeno da secondo o terzo. E quindi Hamilton fa ancora più fatica”, conclude Vanzini.
Foto: Scuderia Ferrari HP
