Essere campione: la differenza tra Jorge Martin e Pecco Bagnaia

di Stefano Zambroni

Ancora una volta Pecco Bagnaia riesce, a differenza di Jorge Martin, a massimizzare il risultato in un weekend così difficile

Un secondo e un primo posto in due weekend complicatissimi sotto l’aspetto del feeling: Pecco Bagnaia ha, ancora una volta, dimostrato di essere diventato un campione non soltanto in pista, ma soprattutto nella testa, massimizzando ogni minimo risultato possibile e portandosi, a quattro gare dalla fine, ad un vantaggio di 27 punti su Jorge Martin.

Pecco Bagnaia, 2° dopo la discesa di Martin, con Casey Stoner
Pecco Bagnaia, 2° dopo la discesa di Martin, con Casey Stoner

Ed è qui che Jorge Martin pecca: non è un campione, o quantomeno non ancora. La caduta in Indonesia è un errore troppo grande per chi punta a diventare il miglior motociclista al mondo: gettato al vento un distacco di 30 punti, contraccolpo psicologico sia per lui, che così ha dato l’idea di essere vulnerabile, sia per Bagnaia, che ha trovato nella caduta di Martin lo spiraglio al quale aggrapparsi per riconquistarsi la corsa del mondiale.

La scelta delle soft di oggi sembra poi davvero fuori da ogni logica: perchè prendersi un rischio così grande se qualche ora prima hai registrato il giro record della pista?

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Con 27 punti di distacco, Jorge Martin ora è costretto a vincere assolutamente senza più sbagliare per inseguire il sogno mondiale, già dalla Sprint Race di domani mattina dove resta comunque il favorito. Ma ora per Martinator, dopo due errori consecutivi, la faccenda mondiale si complica notevolmente

Foto: Ducati Corse

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