Il pilota bolognese Kimi Antonelli si appresta a vivere la sua prima stagione nel Circus: ecco le sue sensazioni
Classe 2006, ma già destinato a far parlare di sè tra pochissime settimane, quando inizierà la Formula 1: Kimi Antonelli è pronto finalmente a prendersi tutto ciò che il suo talento merita, sin da quel primissimo debutto in Austria nel 2021 a bordo della Formula 4.
Un talento ed un’immagine che, molto spesso, lo hanno portato a paragoni con il leggendario Ayrton Senna, data anche una somiglianza ben visibile.

Di seguito, l’intervista integrale sui canali ufficiali della Mercedes.
Descriversi in poche parole non è mai semplice, ma Kimi riconosce bene la differenza tra la sua versione competitiva e quella più rilassata. Quando si trova in pista, tutto cambia: la concentrazione è totale, l’istinto guida ogni decisione, e la passione per le corse emerge con forza. “Quando corro, entro in una modalità completamente focalizzata. Che sia una gara o anche solo un’attività competitiva con gli amici, come il paintball o il bowling, divento super concentrato e quasi non parlo con nessuno”, racconta.
Fuori dalla pista, però, il suo atteggiamento è molto diverso. Dopo un weekend di gara intenso, Kimi sa come staccare e ritrovare il proprio equilibrio. “A casa riesco a rilassarmi completamente. Evitare di sovraccaricarsi di pensieri aiuta a stare meglio e a recuperare la concentrazione per le sfide successive”, spiega.
L’Insolita Prima Esperienza nel Paddock
Molti giovani piloti vedono un paddock di Formula 1 solo quando raggiungono la F3 o la F2. Per Kimi, invece, il primo contatto con quell’ambiente è arrivato in modo decisamente creativo, all’età di sette anni.

“Era il 2014 e mio padre stava correndo nella Porsche Supercup a Hockenheim. Io ero troppo piccolo per entrare nel paddock, quindi abbiamo trovato una soluzione… alternativa”, racconta ridendo. Per aggirare i controlli, il padre lo ha nascosto dentro una pila di pneumatici, trasportandolo su un carrello con un ombrello sopra per mimetizzarlo.
“Alla fine siamo riusciti a entrare e un amico di mio padre mi ha persino trovato un pass. Ho potuto girare nel paddock per un’ora ed è stato incredibile. Ancora oggi ridiamo quando ricordiamo la storia del carrello!”
L’Ispirazione di Ayrton Senna
Nonostante sia cresciuto in un’epoca ricca di campioni, il pilota che ha segnato il suo percorso è Ayrton Senna. Il leggendario brasiliano ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della Formula 1, e per Kimi è stato un’ispirazione fin da bambino: “Guardavo tutti i DVD delle stagioni dagli anni ’80 ai 2000 e ogni volta che vedevo Senna mi emozionavo. Non ho avuto la fortuna di vederlo correre dal vivo, ma i suoi video mi hanno fatto capire quanto fosse speciale”, racconta.
Più che il talento in pista, a colpirlo è stata anche la personalità di Senna fuori dai circuiti. “Era un pilota straordinario, ma anche una persona incredibile. Cercare di raggiungere anche solo una piccola parte di ciò che ha fatto lui sarebbe un sogno.”

Il Significato del Numero 12
Non è un caso che Kimi abbia scelto di correre in Formula 1 con il numero 12. È un tributo a Senna, che utilizzò quel numero nelle sue stagioni con la Lotus tra il 1985 e il 1987, conquistando la sua prima vittoria in F1 proprio con il 12 in Portogallo nel 1985.
Ma per Kimi, il 12 ha anche un significato più personale. “È il numero con cui ho iniziato nelle monoposto, dall’F4 in poi, e mi ha portato fortuna. Con il 12 ho vinto i titoli italiani e tedeschi di F4 nel 2022 e i campionati di Formula Regional l’anno dopo”, spiega.
C’è anche un altro dettaglio curioso: “Avevo proprio 12 anni quando sono entrato nel programma giovani di Mercedes. È un numero che mi ha sempre accompagnato e spero mi porti fortuna anche in Formula 1.”

I Circuiti del Cuore
Quando si parla di piste preferite, Kimi sceglie circuiti che hanno un legame speciale con la sua storia. “Imola e Mugello sono tra i miei preferiti. Imola è a mezz’ora da casa mia, Mugello a circa cinquanta minuti. Anche Silverstone mi ha lasciato senza parole la prima volta che ci ho corso. Attraversare curve come Maggotts, Becketts e Stowe con una F1 è un’esperienza unica.”
Infine, non poteva mancare Monaco, un circuito iconico che Kimi ha amato particolarmente in F2. “A Montecarlo livello di concentrazione che serve è incredibile, soprattutto per il giro secco. È un tracciato che ti mette alla prova come nessun altro”, conclude Kimi.
Foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team