Vincere è importante, ma non essere altalenanti nei risultati lo è ancora di più: Alex Marquez ora è in vetta al mondiale di MotoGP
Domenica 30 marzo 2025: Alex Marquez diventa il leader della classifica piloti di MotoGP. Quel ragazzo di Cervera, che è sempre stato visto solamente come il fratello di Marc, oggi si sta prendendo la propria rivincita nei confronti di tutti coloro i quali non lo reputavano all’altezza del motomondiale.

Il 2025 di Alex Marquez
Quest’anno il numero 73 si è dimostrato competitivo fin dai test prestagionali: la Desmosedici GP24 è una delle moto più performanti mai viste nel campionato, ma Alex si trova lì dov’è anche grazie alla propria mentalità. Ad avere il suo stesso motore ci sono altri cinque piloti in griglia, tra cui Marquez e Bagnaia già pluricampioni della classe regina.
Il pilota del BK8 Grasini Racing Team, però, sembrerebbe aver imparato la giusta strategia per stare lì in alto: nelle prime tre gare stagionali lo abbiamo visto guidare con più prudenza rispetto al passato. Ovviamente spingendo, ma solo fin dove può e cercando il sorpasso, ma solo se questo non compromette la prestazione.
Al termine del weekend texano Alex conta sei secondi posti, tre nelle sprint race e tre nelle gare lunghe. Ma chi l’ha detto che il secondo è il primo dei perdenti? Queste prestazioni, infatti, hanno permesso al pilota spagnolo di mettersi momentaneamente in testa al motomondiale, distaccando il fratello di un solo punto.
Ciò che colpisce di più in questa vicenda è che, dal suo debutto in MotoGP, non è mai riuscito a conquistare una vittoria in gara lunga. Le uniche eccezioni risalgono al 2023, quando ha trionfato in due Sprint Race: una a Silverstone e l’altra a Sepang.

Il duello Martin-Bagnaia
Ma quindi, contano ancora così tanto le singole vittorie in MotoGP? Ovviamente sì — il gusto del trionfo resta impareggiabile — ma da sole non bastano più. Ogni singolo weekend è un tassello fondamentale nella corsa al titolo: serve costanza, strategia e lucidità. Una caduta di troppo, anche quando si è in testa, può compromettere il lavoro di un’intera stagione.
Prendiamo il caso di Martín e Bagnaia: l’italiano ha conquistato ben 11 vittorie su 20 gare, ma i 16 podi dello spagnolo — sommati ai successi nelle Sprint — gli sono bastati per prendersi il titolo. Giusto o sbagliato che sia, questo è il volto del Motomondiale nell’era moderna: premiata la costanza più ancora che l’esplosività.
Foto: Alex Marquez, Jorge Martin