Carlos Sainz ha rilasciato un’intervista esclusiva su Motorsport Italia spaziando tra diversi argomenti.
Carlos Sainz è reduce da un opaco weekend, in quel di Barcellona, in cui non è riuscito a raccogliere nemmeno un punto. Una debacle quasi annunciata dalla stessa Williams che, nelle scorse settimane, aveva segnato con la matita nera l’appuntamento catalano, segno di una pista poco affine alle caratteristiche della vettura britannica. Nel frattempo, lo stesso Carlos Sainz ha rilasciato un’intervista esclusiva a Motorsport Italia parlando del suo passaggio in Williams, ma non solo.

Queste le parole dello spagnolo a cominciare dalla scelta dei top team di non puntare su di lui per il 2025, questo il pensiero di Sainz: “Sono arrivato a delle conclusioni, ma le tengo per me. Credo che gli addetti ai lavori in Formula 1 sappiano perfettamente il perché di certe scelte, non ho bisogno di spiegarlo davanti ad un microfono. Così mi sono detto che se non posso andare in un top team posso dare il mio contributo per crearlo, in Williams ho visto il potenziale per poter iniziare una bella storia”.
Nel suo presente c’è la Williams e le cose sembrano girare piuttosto bene (nonostante il weekend incolore a Barcellona) ma l’adattamento di un pilota non è cosi facile come può sembrare. Queste le dichiarazioni di Sainz: “Sei un pilota di Formula 1, devi adattarti velocemente, la gente non credo comprenda bene cosa vuol dire, non è una scusa, ma ora questo tema lo si conosce meglio, parlo con tutti i piloti che hanno cambiato squadra e tutti mi dicono che non avendo test puoi solo fare le prove di cui hai bisogno durante i weekend di gara, e questo ovviamente ti penalizza. Ma è l’unico modo per crescere, e questo processo richiede tempo.
Un pilota che ha trascorso tre o quattro stagioni in una squadra ha ovviamente molta familiarità con tutti questi aspetti, ed è in grado di sfruttare tutto al massimo del potenziale. Nel mio caso vedo Albon, ma credo anche Leclerc in Ferrari, Verstappen in Red Bull o Russell in Mercedes, per arrivare a quel livello di feeling serve tempo, perché semplicemente loro hanno familiarità con aspetti che un pilota appena arrivato non conosce. Può solo scoprirli nel corso dei weekend di gara, girando, analizzando dati o copiando, e questo richiede tempo”.

Sui progressi maturati dalla Williams ha, poi, aggiunto: “Nelle prime gare abbiamo fatto un buon passo avanti, ma ciò che mi sta dando tanta fiducia è che quando ho iniziato ad essere in grado, insieme agli ingegneri, di cambiare un po’ di cose sul setup, abbiamo fatto uno step ulteriore di performance. Mi piace poter dare il mio contributo nel trovare la strada che dobbiamo seguire, e insieme con Alex credo che stiamo facendo un buon lavoro nel trovare la direzione corretta”.
Il 2026 rappresenta un’incognita per tutti ma Sainz guarda oltre: “Credo che il prossimo anno non saremo ancora pronti. Sarebbe bellissimo fare un altro passo avanti perché vorrebbe dire essere con i top team, ma l’esperienza in Ferrari mi è servita anche a capire che un conto è essere nel gruppo, altra cosa è riuscire a battere le squadre di vertice.
In questa stagione stiamo avendo un primo assaggio, in alcune qualifiche siamo stati in grado di confrontarci alla pari con Mercedes e Ferrari, e non era per nulla scontato ritrovarsi in quelle posizioni. Poi abbiamo commesso degli errori che ci sono costati molti punti, e questo conferma che la crescita di una squadra non passa solo attraverso la performance della monoposto, anche il team deve crescere in tutti i suoi aspetti, e credo che James Vowles sia la persona ideale per questo compito”.
Sulle possibili analogie con McLaren ha, poi, dichiarato: “È una questione di fiducia nelle persone giuste, le squadre oggi sono davvero grandi e diventa fondamentale avere dei buoni leader in ogni dipartimento. In Williams ho trovato persone molto capaci in ogni area, mi ricordo che quando arrivai in McLaren c’erano Andrea Stella e Peter Prodromou, forse non erano ancora nei ruoli che ricoprono oggi, ma si vedeva chiaramente il loro profilo e la loro capacià.
Quando sono stato contattato da Ferrari non ho esitato, è la Ferrari, ma sapevo che la McLaren sarebbe cresciuta. Mi capita di incontrare Andrea nel paddock e glielo dico sempre, è bello vedere cosa siete riusciti a fare, ed anche se ho lasciato la squadra proprio quando hanno iniziato a fare i primi passi avanti, conservo dei bei ricordi”.
Foto: X Williams Racing