Isack Hadjar ha stupito tutti in questo inizio di stagione sfornando prestazioni altisonanti.
L’avventura di Isack Hadjar in Formula 1 era cominciata con le lacrime di Melbourne e la conseguente “ramanzina” presa da Helmut Marko. Un passo falso, soltanto uno, visto che poi il pilota della Racing Bulls ha cambiato marcia sfornando prestazioni importanti e altisonanti. Nelle ultime cinque gare, infatti, il francese ha ottenuto quattro piazzamenti nella zona punti ed è reduce dal nono posto ottenuto nel Gran Premio di Spagna.

Hadjar, intervistato dal quotidiano spagnolo Mundo Deportivo, ha commentato così le sue prime gare in Formula 1: “Che faccia bene o male, non ascolto nulla; puoi dirmi che ho fatto un buon lavoro, ti dirò grazie e nient’altro. Nessuno dei tuoi commenti mi farà andare più veloce. Mi sono adattato rapidamente e me lo aspettavo. Ecco perché sono arrivato in F1, in realtà. Penso che ogni rookie si sia adattato molto rapidamente. È una buona generazione, direi. Abbiamo imparato un livello molto alto in F3 e F2”.
Sul processo di adattamento alla vettura ha, poi, dichiarato: “Sono stati nella stessa macchina per molti anni e hanno delle abitudini. Io non ne ho. Adesso sono in Formula 1, l’anno scorso in F2 e, prima ancora, in F3. Quindi continuo a cambiare, continuo ad adattarmi. Non ho abitudini, e avere abitudini è la cosa peggiore per un pilota”.
Sulla differenza tra F2 e F1 Hadjar ha aggiunto: “In F2, a un certo punto ci si abitua e diventa normale, non è impressionante. In F1 è sempre impressionante. Non è la libertà, è più…spaventoso. È davvero qualcosa di incredibile. Non avrei mai dovuto essere un pilota di F1, non so nemmeno come sia successo. Avrei dovuto proseguire gli studi, dove andavo molto bene, e non so, sarei finito a studiare fisica o ingegneria o qualcosa del genere. Ma alla fine è arrivata la Formula 1. Mi sono appassionato molto alle auto fin da piccolo. Ho sempre voluto andare in kart. Mi hanno seguito nei miei sogni folli, ed è così che è iniziato tutto”.